Mercati in crisi per colpa di titubanti governi

La soluzione della bad bank, cioè del trasferimento dei crediti deteriorati ad un'entità ad hoc (e giuridicamente separata dalle banche) presenta molti vantaggi, ma nel caso italiano ha tre controindicazioni. La prima è che se ne parla ormai da troppo tempo, mentre interventi di questo tipo richiedono una rapidità napoleonica. Altrimenti, i rumour si susseguono, i sospetti si consolidano e alla fine vale il principio di Voltaire sulle maldicenze: il en restera toujours quelque chose. Le considerazioni di Marco Onado su Il Sole 24 Ore.

Bad bank, si ha da fare. I rischi dietro l'angolo

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Si avvicina un'altra tempesta finanziaria?

Considerando che l’amministrazione Obama non è riuscita (con la legge Dodd-Frank) a mettere un freno a questo andazzo, che queste operazioni sono tuttora in continua crescita e che ora, con i repubblicani a controllare entrambe le camere del Congresso sarà ancor meno probabile che i controlli si intensifichino, è praticamente impossibile sperare che il castello di carte di questa finanza speculativa stia in piedi a lungo.  Questa bolla scoppierà presto e, nel migliore dei casi,  sarà una “corposa correzione” su tutti i titoli del comparto finanziario.  Ma siccome è possibile che ancora non faranno nulla per fermare gli speculatori, è del tutto possibile preventivare entro la fine di questo decennio la formazione di una nuova bolla…per la gioia degli statistici che si supereranno a misurare la nuova ciclicità delle recessioni e la disperazione dei risparmiatori che non riusciranno più a metter da parte niente prima che il mercato glie lo bruci inesorabilmente. Così Robert Marchesi su il Fatto Quotidiano - 7 gennaio 2015

Finanza malata, speculatori nuovamente in agguato

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