Il non statista Renzi

Quando avevo scritto che Renzi era un pericolo per la democrazia, non avevo evidentemente tutti i torti. Il ragazzotto fiorentino è incolto, furbo e cinico a sufficienza per mettere nel sacco chiunque gli si voglia opporre, contando solo sulle procedure democratiche (che lui ignora). Dopo aver stravolto la Commissione parlamentare per le riforme e conquistato la Cassa depositi e prestiti, dove ci sono i soldi, è la volta della Rai; che, per uno specialista nel raccontare balle, è preziosa. Aveva promesso che avrebbe liberato la Rai dai partiti e ci è riuscito. Peccato che, ora, la Rai rischi di finire in bocca a un solo partito, quello di governo - una soluzione certamente peggiore, visto che i partiti erano almeno i rappresentanti di un Parlamento eletto, mentre lui non è stato eletto da nessuno.Un editoriale di Piero Ostellino su il Giornale.

Renzi non fa politica, occupa tutte le poltrone

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Il premier sta tradendo tutte le sue promesse elettorali

Matteo Renzi sta facendo tutto il contrario di quel che aveva promesso all'atto dell'incarico del suoesecutivo. Voleva disboscare, ridurre, razionalizzare. Erano le parole d'ordine del governo sulle società controllate dallo Stato e sulle partecipate locali. Ma mentre il commissario alla Spending scriveva i suoi piani la giostra degli incarichi continuava indisturbata. Sulle poltrone, a prescindere dalle competenze, si accomodano fedelissimi del giglio magico e trombati della vecchia guardia. Così le società pubbliche sono sopravvissute ancora. Un bel servizio di Thmas Mackinson su Il Fatto Quotidiano.

Renzi, acre odore di vecchia politica

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