Il disordine regna in Europa e in Italia

Diversi Paesi europei, per bilanciare il flusso inevitabile di immigranti, hanno eretto muraglie di cemento e di filo spinato nonché le polizie di frontiera e addirittura l'esercito: la Polonia, l'Ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Romania, la Slovenia, la Danimarca, la Svezia e perfino la Francia. Il trattato di Schengen che aveva abolito i confini interni tra le Nazioni europee, di fatto non esiste più anche se Bruxelles proclama che è tuttora pienamente valido ma soltanto temporaneamente sospeso. L'editoriale di Eugenio Scakfari su la Repubblica.

Frana l'Europa e in Italia si dissolve la democrazia

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Cambia la Chiesa di Papa Francesco

Papa Francesco ha la fede e predica la trascendenza, ma la sua rivoluzione misericordiosa vale - ed anche lui lo pensa e lo dice - anche per i non credenti se fanno propria la misericordia. L'amore per se stessi è legittimo purché consideri ed applichi l'amore per gli altri e tanto più intenso è questo tanto più farà bene anche a quello. Un vescovo di Roma che arriva a questa forma di predicazione rivoluzionaria e incide sulle strutture della Chiesa, sulla cultura, sulle coscienze che cercano e vogliono il bene comune e incide, per conseguenza, anche sulla politica, è un evento rarissimo. La Chiesa ha avuto la fortuna di quattro Pontefici che si sono incamminati - pur con le differenze che hanno distinto l'uno dall'altro - sulla medesima strada: Giovanni XXIII che diede inizio al Concilio Vaticano II, Paolo VI che lo portò a termine e poi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che cercarono di attuarne le prescrizioni. L'editoriale di Eugenio Scalfari su la Repubblica.

"Papa Francesco è un rivoluzionario"

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Al premier Roma interessa poco, Milano di più

Milano piace e punta su di lei chi siede al governo del Paese desideroso di bruciare le tappe, insofferente delle procedure: chi vuole rappresentare l’operosità modernizzatrice, chi come un vero imprenditore desidera vedere tornare il conto dei propri voti in tempi brevi, chi la pensa come il luogo elettivo dove bisogna sfondare per conquistare l’Italia. Come Craxi trent’anni fa, come oggi Matteo Renzi: il quale infatti a Milano ci va di continuo, vi fa grandi progetti, le promette soldi in quantità, qui si spende per trovarle un sindaco. Mentre di Roma visibilmente gli interessa poco, preferendo lasciarla alle infami risse del Pd e al Papa con il suo Giubileo. Su Roma, in realtà, nella storia dell’Italia novecentesca, ha puntato solo Mussolini. L'editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera.

Il dualismo Roma-Milano ha poco senso, le due città sono molto diverse

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