Qui è Radio Londra che trasmette…

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London calling: British Contemporary Art Now. From David Hockney to Idris Khan” è una rassegna che  fa comprendere  lo spirito innovatore di tredici grandi artisti  per cui la città di Londra ha rivestito un ruolo significativo. London  Calling, la frase che qui troviamo accostata quasi in maniera provocatoria, è  un’espressione usata durante la seconda guerra mondiale in apertura di ogni trasmissione radiofonica della BBC che teneva aggiornati sulle novità del conflitto bellico. Palazzo Cipolla è sede dell’esposizione che si apre oggi a Roma e rimarrà aperta fino al 17 luglio, che ci permette di trovare riunite alcune figure di cui Londra ha segnato il percorso artistico.  Nel Rinascimento, ma anche in altri periodi della Storia, le città cercavano di attirare i migliori pittori, scultori, architetti, letterati e pensatori. Negli anni Sessanta la capitale britannica fu teatro di una rivoluzione sociale e fu beneficiata da uno sviluppo economico che insieme favorirono  lo svilupparsi di un  vivace ambiente culturale. In questo contesto gli istituti d’arte si contendevano i migliori studenti, i musei cercavano di realizzare le mostre più importanti, le gallerie e i collezionisti volevano gli artisti più in vista e le istituzioni premiavano quelli più bravi.  A Palazzo Cipolla incontreremo  un gruppo  di essi, nati  in un arco di anni che va dal 1937 al 1978, la cui vicenda si lega alla città londinese o  perché vi si sono formati o  nati,   o perché vi  si sono trasferiti per essere più vicini alle grandi gallerie e musei.  Altri  trovarono in questo spazio migliore ispirazione per le loro creazioni. L’elenco dei loro nomi ci riporta subito a persone famose. Essi sono: David Hockney, Michael Craig-Martin, Sean Scully, Tony Cragg, Anish Kapoor, Julian Opie, Grayson Perry, Yinka Shonibare, Jake e Dinos Chapman, Damien Hirst, Mat Collishaw, Annie Morris e Idris Khan. Il maturare della loro arte nel suo grembo ha permesso a Londra di diventare la fucina delle Avanguardie degli ultimi decenni,  come Firenze, Roma e  Venezia lo sono state nel Rinascimento, Parigi al tempo dell’Impressionismo o New York nel XX secolo. London Callingche ha la curatela di Maya Binkin e Javier Molins, è stata promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro–Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, ed è stata realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting ed Arthemisia. Facciamo un breve viaggio fra gli artisti. Incominciamo con David Hockney, nato a Bradford nel  1937,  una delle figure  più importanti  del mondo dell’arte a cavallo degli ultimi due secoli. Ha conosciuto  Francis Bacon e Peter Blake e nel 2018 il suo Portrait of an Artist del 1972 è stato venduto all’asta da Christie’s a New York per 90,3 milioni di dollari: un fatto eccezionale per un artista vivente. Nel 2007  egli ha iniziato a utilizzare l’iPad e l’iPhone  e i  lavori ideati  sullo schermo sono stati poi stampati in grandi dimensioni, permettendo all’osservatore di studiare ogni singolo tratto o pennellata. Michael Craig-Martin, nato nel 1941 a Dublino, è membro della Royal Academy of Arts di Londra ed è una delle figure chiave del nuovo gruppo di artisti concettuali britannici. Ha promosso ed influenzato la generazione di studenti da cui sarebbe nato il movimento Young British Artists (YBA), che ha trasformato negli anni Novanta Londra in luogo per eccellenza dell’Arte sostituendo in questo ruolo New York, dove nei mitici anni  Ottanta brillavano le stelle di Andy Warhol, Jean Michel Basquiat,  Robert Mapplethorpe, Keith Haring  e Jeff Koons.  Scopriamo poi la pittura emozionale di uno dei più interessanti astrattisti internazionali: il dublinese  Sean Scully,  dai colori intensi ed immersivi. Egli definisce la Londra degli anni Sessanta “il centro del mondo. Questa città è come un universo che si è formato in un tempo molto lungo ed è sulla cresta dell’onda da mille anni. Al mondo non esiste un altro posto così”. Tony Cragg (Liverpool, 1949) è uno dei più conosciuti scultori britannici. Nel 1988 ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia conquistando il Turner Prize. La sua ricerca artistica indaga i rapporti fra mondo naturale e quello artificiale e inventa un codice espressivo molto particolare. Anish Kapoor  nato a Mumbai nel 1954, crea opere che provocano nell’osservatore un forte impatto che a volte attrae ed altre inquieta.  Julian Opie (Londra, 1958) si distingue  per i suoi paesaggi e figure tratteggiati  con  linee spesse e  riempiti di  colori piatti monocromi con uno stile che mette insieme  la semplicità del linguaggio visivo della contemporaneità  alle suggestioni  della ritrattistica classica, dei geroglifici egizi e delle xilografie giapponesi. Grayson Perry (Chelmsford, 1960) è un artista britannico famoso  soprattutto per le sue ceramiche ed arazzi, ma anche per le sue provocazioni. In Sex and Drugs and Earthenware del 1995 ,dentro un vaso cinese dalle forme tradizionali, ma decorato in stile punk, compaiono due icone del tempo: Michael Jackson e Kurt Cobain finite da poco sui giornali, il primo indagato per presunti abusi su minori ed il secondo perché si era suicidato. Yinka Shonibare  è invece un artista  britannico-nigeriano  che si avvale delle sue installazioni scultoree per mostrare come l’Occidente abbia saputo plasmare i miti popolari dell’identità culturale in tutto il mondo.  Jake & Dinos Chapman è il duo formato da due fratelli nati negli anni 60’ in Gran Bretagna. Essi  dimostrano,  come  nell’opera The Disasters of Everyday Life del 2017 che trae ispirazione dalle incisioni I Disastri della guerra di Goya, l’indifferenza che l’uomo ha maturato verso la violenza e la conseguente accettazione delle atrocità dei conflitti come un fatto inevitabile. Damien Hirst (Bristol 1965) che ha organizzato nel 1988 la mostra Freeze che ha lanciato il gruppo degli Young British Artists esplora spesso il tema del rapporto fra vita e morte e, come in Glen Matlock, uno studio medico ricolmo di farmaci, ci mette sotto gli occhi la dipendenza diffusa dai medicinali e le nostre ansie sulla malattia. Mat Collishaw, figura emblematica del movimento appena citato, mette insieme passato e presente, seduzione  e repulsione, realtà ed artificio. Annie Morris, nata a Londra nel 1978, una delle artiste più giovani, fa uso di un’ampia gamma di materiali e media, tra cui pittura, disegno, scultura ed arazzo. Sicuramente note le creazioni della serie Stack realizzate a partire dal 2014 e ispirate al dolore per la morte del figlio. Spaziando tra scultura, pittura, fotografia e video, Idris Khan utilizza tecniche di sovrapposizione per creare opere davvero originali dove attinge  a temi letterari, alla politica, alla musica, alla sua storia personale e all’Islam, la religione delle sue origini.

Patrizia Lazzarin, 17 marzo 2022

 

 

 

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