I francesi non amano nè Macron nè Le Pen

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Innanzitutto, due grandi cadaveri riversi. Quello del Partito socialista, che ha impiegato dieci anni per prendere atto della propria disfatta, per quanto annunciata. Ma anche quello di Les Républicains, o del Rassemblement pour la République, o dell’Union pour un mouvement populaire, non so più, c’è da confondersi: tutti questi nomi non furono altrettanti salvagenti in uno stesso interminabile naufragio? Un cambiamento d’epoca, in ogni caso. L'editoriale di Bernard-Henri Lévy sul Corriere della Sera.

La Francia, la scelta tra Macron e Le Pen. Partiti storici out

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Eliseo, corsa di Macron e Le Pen, chi vincerà?

L’implosione del sistema politico francese è una triste realtà. Il risultato elettorale, primo turno, per la corsa all’Eliseo conferma le paure di quella larga fascia dell’elettorato transalpino

Macron della banca d’affari Rothschild, già ministro delle finanze di Hollande offre la misura della sua probabile politica, una volta insediatosi alla presidenza parigina:

Socialisti, scomparsi. dei repubblicani non è rimasta traccia.

Uno sconosciuto all’Eliseo? Pare di sì.

Emmanuel Macron non è di destra e non è di sinistra e non sarà in grado di dare le risposte che i cittadini francesi stanno da anni chiedendo, in particolare a quelli che hanno perso il lavoro, a quelli, e sono, tanti a cui il socialista Hollande non ha saputo dare risposta alcuna.

Terremoto in Francia, dunque.

Il mondo sta cambiando e nessuno sembra più capace di interpretare il ruolo di guida delle nazioni. Neanche in Francia. Figurarsi in Italia. Per non parlare degli Usa di Donlad Trump. Solo la Germania ha dei leader all'altezza delle necessità dei tedeschi. E nella Russia di Vladimir Putin.

Se negli Stati Uniti vince Donald Trump, cui  nessun bookmaker avrebbe scommesso un solo dollaro contro la strafavorita Hillary Diane Rodham Clinton.  Se in Italia il M5S inventato da Beppe Grillo, con (serve il sottolinearlo) con scarsissime risorse, riesce a mettere nel sacco Il più importante partito della sinistra d’Europa (parole dell’ex scout Matteo Renzi), quest’ultimo appoggiato e finanziato dagli imprenditori. Se in Francia crollano i consensi attorno ai partiti storici, i repubblicani ed i socialisti, grazie al successo alle primarie di un oscuro  Macron, appoggiato dalla grande finanza e dai cosiddette poteri forti, ebbene, c’è poco da stare allegri sul futuro del Continente.

Chi ha fatto la storia della Quina Repubblica è rimasto stritolato

I giornali finanziari di tutto il mondo si sono apertamente schierati pro Macron. Il segnale è inequivoco.

Emmanuel Macron è europeista. E piace all’establishment. Ma non è  che sarà come un vaso di coccio o di cristallo a fianco di un vaso di ferro di Angela Merkel e C.?

A nostro avviso sarebbe preferibile che all’Eliseo salisse Marine Le Pen. Quest’Europa non funziona. E’ necessario che dopo il fenomeno Brexit (che ha profondamente scosso l’edificio europeo) si appalesi il rischio di una Frexit. Per il bene del Continente.

Se Berlino e Bruxelles tifano e sognano un Macron presidente, appare evidente che lo status quo non lo si vuole cambiare

A giugno in Francia  ci saranno elezioni politiche e difficilmente il senza partito Macron potrà contare su una maggioranza chiara e solida. Probabilmente i francesi torneranno alle urne entro l’anno.

Quel che è successo nel 2002 quando venne sbarrato il passo al papà della Le Pen, favorendo la riconferma di Chirac , si replicherà il 7 maggio, con una convergenza di consensi intorno a Macron, benvoluto dall’establishment economico e finanziario di tutta Europa. Il Vecchio Continente.ha bisogno di un secondo chock che la solo vittoria della Le Pen potrebbe garantire determinare

Le Pen incarna il malcontento della maggioranza del popolo francese. Il suo programma è ben poco condivisibile ma potrebbe suscitare una reazione positiva nel senso di favorire un vero cambiamento di rotta da parte dell’Europa. Il Vecchio Continente deve diventare una realtà statale ben definita sul modello statunitense con l’unificazione delle sue politiche economiche, di welfare, fiscali, altrimenti non se ne esce.

Gli elettori francesi per ora si sono espressi, distribuendo i voti in quasi egual misura tra Macron, Le Pen, Fillon, Melenchon. Per un soffio hanno prevalso Macron e Le Pen.  Non si può certo sostenere che l’enfant prodige ex Ena abbia stravinto. Tutt’altro. La contesa è e rimane apertissima. Vive la France, Vive l’Europe.

Marco Ilapi, 24 aprile 2017

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Presidenziali in Francia, Europa con il fiato sospeso

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La Francia rappresenta, in questo momento, l’ideale cerniera di un continente inquieto, che somma al proprio interno le tensioni che investono l’Europa del Sud e l’Europa del Nord. Da un lato, gli effetti prodotti dalla crisi economica, anzitutto sul fronte occupazionale, che accomunano il quadro francese a quello dell’Europa mediterranea. Dall’altro lato, il tema del terrorismo, che ha colpito, più di ogni altro, il paese transalpino e la sua capitale, e che lo avvicina allo scenario riscontrabile in altri contesti dell’Europa del Nord. Germania e Regno Unito, su tutti: a loro volta colpiti dal terrorismo, nel mesi scorsi; a loro volta in campagna elettorale. L'opinione di Fabio Bordignon sul Messaggero Veneyo.

Unione Europea in ansia in attesa delle presidenziali francesi

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