Le complicità che hanno favorito i fondamentalisti islamici

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Se si vuole salvare la Siria ma anche l'Iraq, la guerra tra mezzaluna sciita e mezzaluna sunnita deve fermarsi. Quello in atto è un conflitto all'interno dell'Islam che si è aperto con la rivoluzione iraniana di Khomeini nel 1979, quando l'anno seguente Saddam Hussein attaccò Teheran con il beneplacito dell'Occidente e gli aiuti finanziari delle potenze del Golfo. Il Raìs allora uccise con i gas 5mila curdi ma nessuno, neppure l'Onu, pronunciò una parola di condanna. La guerra finì con un milione di morti senza mutare di un centimetro le frontiere sullo Shatt el Arab. Così Alberto Negri su Il Sole 24 Ore.

L'Occidente deve fermare gli islamici dell'Isis

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Assente l'Onu, ne approfitta l'Isis

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Per salvare l’Iraq ciò che serve in questo momento è una grande coalizione fra tutti coloro che hanno un evidente interesse a fermare per tempo l’avanzata di una minoranza fanatica. Quando esiste un nemico comune - non meno pericoloso per l’Iran, la Turchia e la Russia di quanto sia per gli Stati Uniti e l’Unione Europea - le altre divergenze divengono irrilevanti e devono passare in seconda linea. Così Sergio Romano sul Corriere della Sera.

Isis armata dallìOccidente

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Egitto, Libia, Siria, Iraq, Afghanistan, non c'è pace...

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Mai come in questi giorni un osservatore non fazioso si rende conto che l'instabilità sta governando la Terra. Il mondo sembra avere il dito sul grilletto, afferma Franco Venturini sul Corriere della Sera. Il multipolarismo che abbiamo voluto è diventato disordine multipolare con esplosioni regionali. Ma la violenza si muove, e proprio come l’Isis non conosce confini. Forse dovremmo aggiornare le nostre priorità, e anche le nostre politiche.

Il mondo è in fibrillazione e l'Europa lo ignora

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