Bugie intorno al caso Etruria-Boschi

L'improprio gran da farsi di componenti del governo Renzi per salvare Etruria oltre a non essere lodevole sotto alcun aspetto, è anche in assoluto contrasto con quel che è accaduto nei mesi successivi. Banca Etruria non solo non è stata salvata, ma è stata distrutta proprio dall’incapacità dell’esecutivo dell’epoca, che non ne ha fatta una giusta. Il colpo di grazia è arrivato dal decreto di risoluzione del governo, che svalutò al 17,5% i crediti di Etruria. L'editoriale di Franco Bechis su Libero.

Il tentativo di salvare Banca Etruria c'è stato

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Soldi nostri a società che gestiscono le autostrade

Il ministro Delrio sembra incline ad assegnare – senza gara – la concessione dell’Autobrennero, già scaduta da un anno, a una società interamente posseduta dalla Regione Trentino-Alto Adige, dalle due province di quella regione e per piccole quote da alcuni enti veneti. La scappatoia per evitare la gara (che vari governi hanno tentato invano di effettuare da anni) è stata infine trovata con la costituzione di una società interamente pubblicae il ricorso alla parola magica “in house”, cioè assimilando questo al caso di un ente pubblico che decida di gestire in proprio un servizio pubblico invece di affidarlo in gara a un gestore esterno. Ma questa operazione appare molto criticabile. Regali che durano da trent’anni. L'articolo di Marco Ponti e  Giorgio Ragazzi su il Fatto Quotidiano.

Pedaggi autostrade, grasso che cola per i privati

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Passante di Ancona,... e io pago!

Per la prima volta possiamo guardare dentro la scatola nera di un project-financing. Il passante di Ancona ha tutti i requisiti per diventare il caso campione che Delrio dovrebbe appunto studiarsi per capire perché in Italia le grandi opere costano il doppio che altrove, e perché la favola del “finanziamento tutto privato” finisce ogni volta con il contribuente che paga. Un articolo di Giorgio Meletti su il Fatto Quotidiano.

Opere pubbliche sempre più costose, il caso di Ancona

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