Chi comanda nel Palazzo? Grillo, Casaleggio o Conte?

«Confido nell’autorevolezza, intuito e volontà unitaria di Grillo», ha detto la settimana scorsa al Fatto quotidiano Goffredo Bettini, autorevole esponente del Partito democratico e tra i principali teorici dell’alleanza giallorossa, a proposito dei rischi che lo scontro interno al Movimento cinque stelle provochi una crisi di governo. «Casaleggio contro Grillo», titolavano ieri tutti i giornali, commentando l’intervista a Fanpage di Davide Casaleggio, favorevole alla consultazione degli iscritti chiesta da Alessandro Di Battista e brutalmente stoppata dal comico due settimane fa. Il commento di Francesco Cundari su Linkiesta.

Il governo italiano nelle mani di un comico, bisogna ridere o piangere?

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Chiusi gli Stati generali, non si è mossa foglia

E' difficile resistere al sospetto che questa interminabile girandola di incontri a scopo di conferenza stampa serva solo ad autoperpetuarsi, in una spirale che procede in volute concentriche sempre più strette, convocando oggi la commissione di esperti il cui lavoro servirà da «utile contributo» per il confronto di domani, le cui risultanze costituiranno la base dell’incontro di dopodomani, e così via all’infinito, per i secoli dei secoli. O almeno fino a quando giornali, sondaggisti e orchestrali al seguito smetteranno d’intonare la marcia trionfale dell’avvocato del popolo. Il commento di Francesco Cundari su Linkiesta.

Il terribile sospetto, Conte tira a campare. Come Andreotti (ma lui non è Andreotti)

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Il governo Conte 2 parla a vuoto. Ha perso la bussola

Il rischio più insidioso dell'attuale fase politica, caratterizzata dallo scontro tra populisti al governo e populisti all'opposizione, più ancora che l'incanaglimento, è l'assuefazione. Rischio evidente, sul piano fattuale, se guardiamo a come l'opinione pubblica di sinistra si è già serenamente abituata a convivere con tutti i provvedimenti bandiera del governo gialloverde (tanto da far apparire l'idea di offrire agli immigrati sei mesi di permesso per continuare a raccogliere i nostri pomodori, in piena pandemia, come una specie di rivoluzione). Ma quello che dovrebbe preoccuparci maggiormente è forse il piano politico-culturale, linguistico, persino estetico. (...) L’esposizione prolungata a un ambiente in cui sia stato sospeso il principio di non contraddizione è l’equivalente psicologico di un’esercitazione in assenza di gravità: è un’esperienza estrema, che non può essere portata avanti senza opportuno addestramento, e comunque non oltre un certo limite. Per quanto possiamo aggrapparci al filo della nostra razionalità, la tempesta di deprimenti assurdità a cui siamo costantemente esposti rende necessario il contributo di tutti. Un po’ per uno, non fa male a nessuno. Il commento di Francesco Cundari su Linkiesta.

Le parole in libertà dei nostri uomini politici

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