Debiti delle banche, tedeschi graziati, italiani mazziati

Il numerone dei non-performing loans italiani, che in base alla definizione europea ammonta a 337 miliardi e di cui fanno parte i 200 miliardi di “sofferenze” oltre ad incagli e altri prestiti cattivi, è indubbiamente alto. Ed elevate sono anche le stime - le più pessimistiche espresse in decine e non in centinaia di miliardi - sull’entità delle ricapitalizzazioni o delle garanzie di Stato necessarie a rafforzare una volta per tutte il sistema bancario in Italia. Questi numeri non sono più giganti, diventano “numerini” quando messi a confronto con i 5.763 miliardi di aiuti di Stato approvati dal 2008 negli anni di picco della crisi finanziaria nella Ue a 27: una cifra mostruosa che però si sgonfia subito a 1.540 miliardi quando circoscritta ai soli interventi effettivamente realizzati (le approvazioni “usate”). Ammontare che cala ulteriormente soppesando le diverse tipologie di intervento: per esempio, le garanzie di Stato, che rappresentano lo strumento all’epoca più usato tra tutti, scadono nell’arco di pochi anni e comunque nascono “contingent”, cioè potenziali, in quanto vengono contabilizzate a gravare sul debito pubblico solo se e quando escusse. L'editoriale di Isabella Bufacchi su Il Sole 24 Ore.

Italia, per l'Ue nuova crisi del debito in vista

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