Renzi tra le grinfie dei parlamentari, addio risparmi?

Burocrazia e sindacati stanno facendo una lotta nascosta alla riorganizzazione della pubblica amministrazione. Attraverso il Parlamento stanno cercando di smontare la riforma proposta dal governo. Sulla mobilità obbligatoria, ad esempio, il testo è stato emendato dalla Camera inserendovi eccezioni per le lavoratrici con figli sotto i tre anni, per le quali la mobilità diventa facoltativa. Si mantiene così una differenza di trattamento rispetto al settore privato. Ed è stato inserito l’obbligo di coinvolgere i sindacati nelle procedure di mobilità. Anche le retrocessioni a compiti e stipendi inferiori per gli statali in esubero che (anche qui diversamente dai lavoratori privati) hanno il privilegio di mantenere il posto di lavoro, sono state limitate ad un solo gradino, su 16, nella scala gerarchica. Delle otto sedi distaccate dei Tribunali amministrativi regionali che il governo vuole sopprimere ne sono state salvate 5, almeno fino al 2016. Così l'economista Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera.

Che fine ha fatto la spending review?

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Renzi vuole fustigare la burocrazia

Il rottamatore fiorentino si appresta a lanciare la sfida agli alti dirigenti dello Stato. Gli daranno indubbiamente filo da torcere ma è notorio che una buona parte dei problemi del Paese sono legati alla scarsa efficienza della burocrazia. Questa si autoassolve sistematicamente. Segue l'articolo di Elena Ciccarello su Il Fatto Quotidiano descrive la situazione assai preoccupante e finora irrisolta. L'ex pm Raffaele Cantone, presidente dell'autorithy Anticorruzione, presenta al governo una relazione che smentisce quanto normalmente asseriscono i dirigenti della pa, i quali si danno sempre delle pagelle da dieci e lode. Questo per intascare i bonus legati ai risultati conseguiti dai rispettivi uffici.

Cantone: le pagelle dei dirigenti pubblici sono fasulle

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