Crisi banche italiane, chi ha sbagliato paghi!

Nel pieno della Grande Crisi, i governi d’Europa corsero al salvataggio della banche piene zeppe di titoli spazzatura e crediti incagliati. Scusate i numeri, ma quando ce vo’ ce vo’: la Spagna è costata 52 miliardi di euro, la Grecia più di 40, l’Irlanda 42, l’Austria 28, Portogallo e Belgio 19 ciascuno. Su tutti spiccò la Germania di Sua Maestà Angela Merkel dalle cui opulente casse statali uscirono ben 238 miliardi di euro, più o meno cento volte quanto ci costerà adesso salvare le casse di Ferrara e Chieti, Banca Marche, e Banca Etruria. E la povera Italietta? Non servono soldi, proclamò orgogliosamente il premier Mario Monti, il sistema è sano e si aggiusta da sé. E in effetti, alla fine lo Stato spese appena un miliardo. L'editoriale di Roberto Manfellotto sul Messaggero Veneto.

Banche salvate, ...e i risparmiatori?

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Nessuna critica a Renzi. E se il premier fosse stato B.?

Proviamo a immaginare per un attimo che la tragedia che ha colpito Luigino D’Angelo, il pensionato che si è suicidato dopo aver perso tutti i risparmi depositati alla Banca Etruria, fosse accaduta sotto il governo Berlusconi. Tutto questo avrebbe avuto un effetto deflagrante. Quelli che ora gridano allo scandalo, gli organi di stampa vicini a Berlusconi forse avrebbero taciuto, ma per tutti gli altri non ci sarebbe stato dubbio: si sarebbero invocate le dimissioni. Dunque, cosa è successo? Come siamo passati dai politici tutti marci ai politici tutti intoccabili? Cosa ci sta accadendo? L'editoriale di Roberto Saviano sul sito www.ilpost.it.

"Boschi, hai il dovere di dimetterti"

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Renzi salva quattro banche a spese dei risparmiatori

Tutti i giornali italiani mettono in evidenza che il salvataggio di Banca Etruria, Banca delle Marche, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara, non ha comportato una perdita per i risparmiatori o generato contributi di denaro pubblico. Ma è davvero proprio così?

Gli eventi ci hanno già fornito una risposta secca.

In queste ore il Governo sta cercando di emanare un decreto che, non contrasti con le norme europee in materia di bail–in , e che vada incontro a coloro che hanno perso (!) i loro risparmi nelle obbligazioni strutturate. Per gli azionisti non c'e' speranza in quanto hanno investito in titoli azionari e anche per chi non ne sa nulla, questi sono molto rischiosi. Non e' vero che i risparmiatori non hanno perso i loro risparmi! La verità vera è che azionisti e obbligazionisti subordinati, hanno PERSO i loro risparmi in quanto il loro valore e' stato azzerato.

Il ministro del Tesoro Padoan sta parlando di “misure umanitarie” per chi ha perso i soldi. Vedremo cosa faranno, nel frattempo danno l'impressione di fare qualcosa. Quando il clamore si sarà placato non faranno nulla. Nella triste vicenda Alitalia, con i cosiddetti  Mengozzi-bond, il Governo, presieduto da Silvio Berlusconi dichiarò:  “nessuno perderà i suoi soldi”. Non si ha evidenza di rimborsi alla pari per obbligazionisti e, men che mai, per gli azionisti.

A questo punto, a mio parere, si dovrebbe valutare se e' giusto o meno andare incontro a coloro che hanno investito in azioni e obbligazioni di una banca e hanno perso i loro risparmi. Mi chiedo perché la stessa attenzione non avviene a chi ha perso i soldi in altre vicende, es. Seat PG. Avendo un trattamento di “riguardo” per chi investe nelle banche si crea una distorsione nella raccolta del denaro tra soggetti privati, più tutelati - es. le banche -, e meno tutelati, tutte le aziende che si rivolgono al mercato per finanziare i loro progetti. Questa distorsione ora sta scomparendo in quanto anche chi investe nelle banche può perdere i suoi risparmi.

Se mi e' concesso un consiglio, non richiesto, ma che mi ha guidato nel corso degli anni della mia professione, é che il risparmiatore non deve detenere titoli, azioni e/o obbligazioni, in maniera  diretta, non deve avere neanche il dossier titoli. Oggi deve andare in banca e vendere tutti i titoli presenti nel suo dossier senza ascoltare le parole rassicuranti dell'addetto allo sportello; addetto che non può dire che i titoli sono rischiosi soprattutto se li ha venduti lui e se sono della banca per la quale lavora. Occorre vendere senza esitazione le obbligazioni delle banche perché se i risparmiatori, finalmente, prendono coscienza dei rischi che corrono ed iniziano a vendere in maniera massiccia le banche si troveranno in seria difficoltà: queste oltre ai circa 200 mld di sofferenze  dovranno far fronte a smobilizzi di obbligazioni per circa 60 – 100 mld. di euro. E allora chi prima avrà venduto prima si sarà salvato. Vendere e… senza esitazione!

Domenico Andreoletti,  consulente finanziario in provincia di Bergamo, 9 dicembre 2015

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