Renzi punta i piedi per maggiore flessibilità

Il premier Renzi ha cominciato ad alzare la voce e a opporsi: sì ai fondi destinati alla Turchia per affrontare l’emergenza immigrati, ma solo a patto che non gravino sui bilanci nazionali; no alle norme sul bail-in, tutte da rivedere; no a troppo rigidi parametri di bilancio. Non sono argomenti scelti a caso, perché proprio su questi l’Europa ha brillato per “due pesi e due misure”: alla Turchia sono stati concessi rimborsi spese per gli immigrati a noi negati; le banche francesi e tedesche, subito prima del varo del bail-in, sono state aiutate dai rispettivi Stati; e in quanto ai vincoli di bilancio, la Francia li vìola senza tanti complimenti. L'editoriale di Roberto Manfellotto sul Messaggero Veneto.

I vincoli di bilancio Ue sono stupidi

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Debito pubblico italiano, debito privato tedesco

La Germania ha speso oltre 500 miliardi di soldi pubblici dal 2008 (di cui 238 miliardi sono aiuti ancora in essere e non restituiti anche se difatti 70 miliardi sono quelli al momento effettivamente sborsati) per rinforzare le proprie banche mentre l’Italia oggi - dopo che è entrato in vigore dal 1° gennaio il bail-in, che vieta gli aiuti di Stato per i salvataggi bancari - ha le mani legate. Ma è giusto? Perché l’Italia non si è mossa prima dell’entrata in vigore di questa nuova normativa per rafforzare le proprie banche che oggi sono travolte dalle vendite degli investitori? L'editoriale di Vto Lops su Il Sole 24 Ore.

Merkel ha aiutato le sue banche, l'Italia non può

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Bail in, vicenda non chiusa

Con la nuova procedura di bail-in che si profila all’orizzonte, cercare scappatoie, colpevoli o sperare in marce indietro dell’Europa non appare sensato. Meglio dare subito risposta ai legittimi timori dei risparmiatori. Oggi, e non solo in Italia, si sente l’esigenza di authority più forti e con ruoli ben distinti sulla base degli obiettivi da raggiungere, non sulla sola tipologia dei soggetti vigilati. Servono leggi più severe sugli abusi bancari, con sanzioni come quelle americane o inglesi che prevedono pesantissime revocatorie sugli stipendi e sui bonus dei banchieri disonesti. Ma soprattutto, serve una giustizia veloce ed efficiente per garantire al cittadino, all’impresa e al risparmiatore non solo la certezza del diritto ma anche quella della pena. Se poi Bruxelles sarà in grado di dotarsi di una governance più equilibrata, di una vera leadership capace di garantire regole e diritti uguali per tutti e per ogni Paese, sarà più facile riportare la fiducia sulle banche, sulle istituzioni e sul futuro stesso dell’Eurozona. L'editoriale di Alessandro Plateroti su Il Sole 24 Ore.

Ue, è sempre la Merkel a dettare le regole di comportamento

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