Priorità per il governo a riduzione delle tasse

Matteo Renzi può puntare su due strategie per invertire la china discendente della nostra economia. La prima è coraggiosa: tagliare subito, e in modo permanente, le tasse sul lavoro di almeno due punti di Pil (cioè circa 33 miliardi l’anno, l’ipotesi in questo momento più ragionevole anche se si potrebbe pretendere di più) e al tempo stesso approvare tagli di spesa della medesima entità. Questo dovrebbe essere accompagnato da una liberalizzazione del mercato del lavoro (attuando il progetto del senatore Pietro Ichino) affinché la maggior domanda che si creerebbe possa produrre posti di lavoro «veri» e non solo precari perché l’articolo 18 spaventa gli imprenditori. Così Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera.

Renzi deve gettare il cuore oltre l'ostacolo

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Le fragilità del premier escono allo scoperto

Renzi ha sbagliato la sequenza delle sue mosse. Doveva partireapprofittando della luna di miele della vittoria elettorale alle Europee per presentare un coraggioso piano economico, farlo approvare a colpi di voti di fiducia e poi approdare a Bruxelles forte di questo e, dati alla mano, discutere di vincoli. Con qualche concessione dall’Europa e qualche risultato sull’economia, avrebbe poi potuto affrontare le riforme istituzionali da una posizione di forza. Così Alberto Alesina su Corriere della Sera.

Renzi, è l'ora della disillusione

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Non si vive di sole promesse

Gli economisti Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, sul Corriere della Sera, criticano il modo di procedere del premier fiorentino. Tante promesse, pochi fatti. Per liberare risorse occorre affrontare il problema della cassa integrazione e riformarla in toto. Solo che i sindacati, in specie la Cgil, non sono mica tanto d'accordo.

I passi falsi di Matteo

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