La corruzione mina la credibilità delle istituzioni

«I consiglieri comunali devono stare ai nostri ordini» perché io «te pago», afferma Buzzi. Con un’aggiunta significativa: «E se non rispetti gli accordi, tu lo sai chi sono io? Lo sai da dove vengo?». A quel punto Carminati evoca il dovere del «rispetto», e il suo socio vanta la «grandissima credibilità» conquistata sul campo con simili sistemi. Un articolo di Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera.

Mafia Capitale, per i partiti non è un cancro

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Le mani della malavita sul Campidoglio

Quartiere San Lorenzo, sede dell’ Opera Nomadi, la più antica cooperativa sociale a favore dei migranti. Ma il presidente, Massimo Converso, è in Transilvania. Lo chiamiamo al telefono: “E’ terribile – dice – che in Italia si diffonda l’idea che gli immigrati e i rifugiati sono gestiti dalla mafia. Sono calabrese e combatto la mafia da tutta la vita. E’ odioso quello che succede”. Anche la cooperativa “Sorriso”, gli dico, quella del palazzo assediato a Tor Sapienza, fa capo al terribile Buzzi, l’elemosiniere della Mafia Capitale. E poi c’è quell’Odevaine che riusciva a intervenire sul ministero e aumentare il numero degli immigrati assegnati al Lazio. Povero Converso, si sente anche lui assediato: “Mi viene quasi da piangere”. Abituati alla Roma falsaria, quella della Stangata con i biglietti falsi del bus, adesso questa ci sembra Kobane, la città curda sotto assedio. Soffia dal Campidoglio un’aria da Medioriente e da sfascio tribale. Tutti attendono i nuovi avvisi di garanzia come i bramini attendono i prescelti per le pire. Un articolo di Francesco Merlo su La Repubblica.

Mafia nella Capitale, rischio crescita malavitosi

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