Gelata da Buxelles, meno soldi per l'Italia

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Per Giuseppe Conte è arrivato un brutto scherzo e proprio dalla persona di cui si fidava di più: Angela Merkel. Sbarcato nella penisola iberica per i vertici con Pedro Sanchez e Antonio Costa, il premier italiano ha provato a tracciare una sorta di santa alleanza anti frugali con l’idea di poter convincere la Cancelliera a confermare il piano da 750 miliardi di euro per il Recovery Fund. Ma nemmeno il tempo di arrivare a Madrid, Conte ha ricevuto una doccia gelata arrivata direttamente da Berlino: il fondo può essere tranquillamente di 500 miliardi. Una sforbiciata che ha tutto il sapore di una vittoria (importantissima) dei “frugali”, che in Europa hanno rappresentato per mesi l’ala più dura degli avversari degli aiuti europei verso il Sud. E chiedevano alla Germania di fare i loro interessi, ovvero meno soldi a “fondo perduto” e puntare invece su prestiti mirati in base alle riforme promesse dall’Italia, che per troppo tempo – a detta dei rigoristi – ha fatto la “cicala”. In poche parole meno aiuti e più prestiti: e cioè agevolare il Mes riducendo sensibilmente la quota del Recovery Fund. Il commento di Lorenzo Vita su il Giornale.

Recovery Fund, marcia indietro di Angela Merkel

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In Europa comanda la Merkel

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Angela Merkel ricorda che i mesi terribili alle nostre spalle e quelli difficili che ci attendono sono la “più grande prova esistenziale” nella storia dell’Unione europea. Fasciata in una giacca verde, fa appello alla speranza in più d’un passaggio del discorso, denso ed essenziale. Riafferma il suo credo nell’Europa, non solo per quanto ci ha dato in passato, con il ricordo dei suoi primi trentacinque anni di vita privi di libertà. Rivendica la speranza in un futuro del continente fatto di coesione, responsabilità e solidarietà. Nel mondo globalizzato l’Ue nulla toglie ai suoi membri, bensì li rafforza nel necessario confronto con gli altri attori mondiali. Il commento di Michele Valensise su Huffington Post.

Le angoscie di Angela Merkel

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I sei mesi di Angela Merkel presidente dell'Europa

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Ma tutto gira intorno ad una sola questione cruciale che, complice la crisi del Covid, Angela Merkel ha intuito: le regole attuali, siano il rigore fiscale o l’unanimità di voto in sede di Consiglio europeo, non garantiscono più la sopravvivenza del progetto europeo. Serve un’altra Europa, un’Europa unita e solidale contro il mondo esterno. «Il Covid ci ha messo di fronte a una crisi esistenziale, ed è per questo che la Germania ha preso un’iniziativa che nessuno si aspettava», dice Michael Clauss, diplomatico di lungo corso e rappresentante della Germania presso le istituzioni europee. Il commento di Federica Bianchi su L'Espresso.

Il futuro dell'Europa nella mani di Angela Merkel

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