Matteo Renzi può puntare su due strategie per invertire la china discendente della nostra economia. La prima è coraggiosa: tagliare subito, e in modo permanente, le tasse sul lavoro di almeno due punti di Pil (cioè circa 33 miliardi l’anno, l’ipotesi in questo momento più ragionevole anche se si potrebbe pretendere di più) e al tempo stesso approvare tagli di spesa della medesima entità. Questo dovrebbe essere accompagnato da una liberalizzazione del mercato del lavoro (attuando il progetto del senatore Pietro Ichino) affinché la maggior domanda che si creerebbe possa produrre posti di lavoro «veri» e non solo precari perché l’articolo 18 spaventa gli imprenditori. Così Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera.
Renzi deve gettare il cuore oltre l'ostacolo