Ulissefest - La festa del viaggio

  • Pubblicato in Cultura

In questo periodo storico parlare di viaggi, ritornare  a muoversi alla ricerca di noi e  degli altri esseri umani, in luoghi che spesso la nostra mente accarezza nell’immaginazione, può risuonare  di echi profondi e di desideri solo in parte svelati alla nostra coscienza. UlisseFest che si apre il 28 agosto  a Rimini,  già nel nome  si riallaccia al significato intrinseco di un viaggiatore simbolo del peregrinare fra mari e terre: quell’Ulisse che abbiamo seguito  leggendolo sui banchi di scuola, nel suo lungo percorso di ritorno ad Itaca. La cittadina della Romagna ospiterà la IV edizione del Lonely Planet UlisseFest, organizzato dalla casa editrice EDT nei giorni dal 28 al 30 agosto ed esso sarà un’occasione per ragionare sul Mondo. I luoghi di cui si parlerà sono da sempre affascinanti: dalla Patagonia, alla Mongolia, dai paesi nordici all’Africa, con punti di osservazione attenti a coglierne le peculiarità. Saranno film, documentari, libri, interviste, spettacoli, musiche e cibi a  farci condividere le atmosfere di spazi   vicini e lontani: la cultura e la bellezza delle terre di Romagna e delle Marche accanto ai racconti e alle esperienze che sono diventate patrimonio comune e/o nuova scoperta. Certamente un argomento estremamente attuale  sarà il tema trattato nella Tavola Rotonda di venerdì 28 agosto al Teatro Galli: Viaggio in Italia, un racconto “lungo” sette regioni italiane, sintesi del lavoro, nei mesi scorsi, di Loney Planet, sulla fatica  e sulle speranze della ripresa dall’emergenza Covid19, fra soste e ripartenze.  Oltre i confini: l’avventura diventa viaggio nel film che riprende fra le mani la vita e  anche lo  zaino dello scrittore britannico Bruce Chatwin, noto per il libro cult sulla Patagonia. Il regista tedesco Werner Herzog in Nomad – In the footsteps  di Bruce In questo periodo storico parlare di viaggi, ritornare  a muoversi alla ricerca di noi e  degli altri esseri umani, in luoghi che spesso la nostra mente accarezza nell’immaginazione, può risuonare  di echi profondi e di desideri solo in parte svelati alla nostra coscienza. UlisseFest che si apre il 28 agosto  a Rimini,  già nel nome  si riallaccia al significato intrinseco di un viaggiatore simbolo del peregrinare fra mari e terre: quell’Ulisse che abbiamo seguito  leggendolo sui banchi di scuola, nel suo lungo percorso di ritorno ad Itaca. La cittadina della Romagna ospiterà la IV edizione del Lonely Planet UlisseFest, organizzato dalla casa editrice EDT nei giorni dal 28 al 30 agosto ed esso sarà un’occasione per ragionare sul Mondo. I luoghi di cui si parlerà sono da sempre affascinanti: dalla Patagonia, alla Mongolia, dai paesi nordici all’Africa, con punti di osservazione attenti a coglierne le peculiarità. Saranno film, documentari, libri, interviste, spettacoli, musiche e cibi a  farci condividere le atmosfere di spazi   vicini e lontani: la cultura e la bellezza delle terre di Romagna e delle Marche accanto ai racconti e alle esperienze che sono diventate patrimonio comune e/o nuova scoperta. Certamente un argomento estremamente attuale  sarà il tema trattato nella Tavola Rotonda di venerdì 28 agosto al Teatro Galli: Viaggio in Italia, un racconto “lungo” sette regioni italiane, sintesi del lavoro, nei mesi scorsi, di Loney Planet, sulla fatica  e sulle speranze della ripresa dall’emergenza Covid19, fra soste e ripartenze.  Oltre i confini: l’avventura diventa viaggio nel film che riprende fra le mani la vita e  anche lo  zaino dello scrittore britannico Bruce Chatwin, noto per il libro cult sulla Patagonia. Il regista tedesco Werner Herzog in Nomad – In the footsteps  di Bruce Chatwin– ripercorre con lo suo stesso zaino, le vie  che l’amico aveva attraversato toccando e vivendo in villaggi sperduti.  È  l’avventura che diventa viaggio di conoscenza e di sopravvivenza  come nei due cortometraggi  The Frozen Roadche in 24 minuti narra la solitaria avventura, su due ruote del giovanissimo Ben Page nel gelido nord del Canada fino al mare Artico oppure in  Disko  che si muove nelle acque del grande Nord,  sulle tracce del lupo di mare Olivier Dupont Huin. Nel reading e nelle musiche di Massimo  Zamboni  nella stessa giornata di venerdì 28 ritroviamo il fascino ancestrale della Mongolia resa mitica da Gengis Khan e attraversata da Marco Polo. Il viaggio assume  anche sfumature esperienziali e diventa qualcosa da portarsi a casa come un ricordo che ci resta incollato, quasi un souvenir. Si parlerà di questo con Maurizio Cioria, appassionato di spiritualità e sciamanesimo durante una colazione/brunch multietnica. Dei tesori e delle eccellenze fra Appennino ed Adriatico:tra i castelli dell’Emilia, negli  spazi verdi di Modena e Bologna, del bello che si traduce in buon cibo si discuterà nella stessa giornata in piazza Cavour. Dei piaceri del palato, delle Marche che sono salite sul podio della classifica Lonet Planet Best in Travel 2020, grazie alla loro cucina così tipica, ma che amalgama allo stesso tempo gli ingredienti nel confronto  di culture gastronomiche differenti, racconteranno lo chef Moreno Cedroni, il cuoco viaggiatore Lorenzo Biagiarelli e la giornalista Selvaggia Lucarelli. Parigi, i cuochi e les italiens  saranno invece  i protagonisti sabato 29 agosto, al Teatro Galli,  con lo scrittore Enrico Pandiani  che presenterà, in anteprima assoluta,  il suo libro: Il gourmet cena sempre due volte, un giallo gastronomico ambientato  in una delle città del mondo con una fra le più grandi tradizioni culinarie: Parigi. Viaggio nei luoghi, ma soprattutto dentro l’animo umano, dentro la vita del protagonista del romanzo: Il Colibri di Sandro Veronesi, vincitore del premio Strega 2020. Quel Marco Carrera simile  a quel piccolo uccello che sa mettere tutta la sua energia nel restare fermo, nel mantenere intatto  il mondo e il tempo  intorno a lui. Revoluzione il nuovo libro del  musicista Giovanni Allevi, parla di cambiamento, della paura e delle difficoltà che ci fanno sembrare impossibile modificare situazioni che sono infelici. Dove trovare la forza per questo? Le risposte non sono scontate. Incontrerà il pubblico nella prima serata di sabato in piazza Cavour. L’ultima giornata accoglie tante proposte fra cui possiamo ricordare lo spettacolo con voce narrante e musica, con il geologo Mario Tozzi  e il sassofonista Enzo Favata, dentro le origini e la storia del Mediterraneo e il racconto dello scrittore Grammenos Mastrojeni del suo libro Effetto serra effetto guerra che spiega i legami tra ambiente, pace e sicurezza che si intrecciano con il tema della libertà. Dall’Adriatico al Borneo và in scena Emilio Salgari con un evento che insieme ad Anselmo Roveda e Marco Paci ci farà viaggiare dentro la fantasia, affiancando reading e live painting. Impossibile citare tutti, ma i nomi e i momenti per parlare  di viaggi fuori e dentro di noi, per ascoltare suoni ricchi di suggestioni, come nel concerto del 30 agosto con Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura, sono  veramente molti. Gli  appuntamenti  di queste tre giornate si possono ricercare visitando il sito www.ulissefest.it, dove compaiono le sedi e gli orari.

Patrizia Lazzarin, 27 agosto 2020

Leggi tutto...

Baldassarre Castiglione e Raffaello, volti e momenti della vita di corte

  • Pubblicato in Cultura

La bella mostra si è aperta ad Urbino, a Palazzo Ducale, Sale del Castellare, il 19 luglio  e potrà essere visitata fino all'1 novembre 2020. Ricreare un’epoca attraverso i suoi miti ed i suoi  ideali, le filosofie e i sogni che l’hanno caratterizzata,  acquisisce sfumature preziose quando si lega al periodo rinascimentale e alle sue corti, alle sue storie di armi e di cavalieri, di dame colte ed eleganti, di arte e bellezza profusa a piene mani nelle opere di architettura, pittura e scultura, in cammei che restituiscono effigi antiche, nella musica  e nei libri  che ci rimandano gli echi di un ideale armonico di vita. Nello stesso anno in cui si Ricreare un’epoca attraverso i suoi miti ed i suoi  ideali, le filosofie e i sogni che l’hanno caratterizzata,  acquisisce sfumature preziose quando si lega al periodo rinascimentale e alle sue corti, alle sue storie di armi e di cavalieri, di dame colte ed eleganti, di arte e bellezza profusa a piene mani nelle opere di architettura, pittura e scultura, in cammei che restituiscono effigi antiche, nella musica  e nei libri  che ci rimandano gli echi di un ideale armonico di vita. Nello stesso anno in cui si celebrano i cinquecento anni della mortedi Raffaello, la rassegna che si è inaugurata nelle Sale del Castellare del Palazzo di Urbino e che reca il titolo: BALDASSARRE CASTIGLIONE E RAFFAELLO, Volti e momenti della vita di corte, è un ritratto, attraverso gli scritti del letterato mantovano, autore del celebre Libro del Cortegiano e grazie ai quadri, agli abiti, alle armi e alle  altre testimonianze del periodo, di gusti ed ideali che animavano allora le corti. L’ambiente descritto è raffinato e di equilibrata eleganza, dove il Cortegiano,  uomo di  grande cultura, esperto di armi, conoscitore delle arti figurative e dotato di buona eloquenza,  si muove a suo agio mostrando quella sprezzatura, che è la capacita di non far vedere lo sforzo che si cela dietro l’arte, ma al contrario, ne fa risaltare  la sua naturalezza.  Il piacere di un dialogo che ha trasformato ora  i suoi stilemi espressivi  e i rapporti fra le persone e che si nutre di  grazia, è il leit motivo  sotterraneo, quasi risorgiva, dell’opera principale di Baldassarre Castiglione. I protagonisti delle conversazioni sono alcune fra le principali figure che gravitano intorno alla corte urbinate: Ludovico di Canossa, Ottaviano e Federico Fregoso, Giuliano de’ Medici, Cesare Gonzaga, Bernardo Dovizi da Bibbiena e il cardinale  Pietro Bembo. Il titolo della mostra affianca i nomi di Raffaello e di Castiglione Ricreare un’epoca attraverso i suoi miti ed i suoi  ideali, le filosofie e i sogni che l’hanno caratterizzata,  acquisisce sfumature preziose quando si lega al periodo rinascimentale e alle sue corti, alle sue storie di armi e di cavalieri, di dame colte ed eleganti, di arte e bellezza profusa a piene mani nelle opere di architettura, pittura e scultura, in cammei che restituiscono effigi antiche, nella musica  e nei libri  che ci rimandano gli echi di un ideale armonico di vita. Nello stesso anno in cui si celebrano i cinquecento anni della mortedi Raffaello, la rassegna che si è inaugurata nelle Sale del Castellare del Palazzo di Urbino e che reca il titolo: BALDASSARRE CASTIGLIONE E RAFFAELLO, Volti e momenti della vita di corte, è un ritratto, attraverso gli scritti del letterato mantovano, autore del celebre Libro del Cortegiano e grazie ai quadri, agli abiti, alle armi e alle  altre testimonianze del periodo, di gusti ed ideali che animavano allora le corti. L’ambiente descritto è raffinato e di equilibrata eleganza, dove il Cortegiano,  uomo di  grande cultura, esperto di armi, conoscitore delle arti figurative e dotato di buona eloquenza,  si muove a suo agio mostrando quella sprezzatura, che è la capacita di non far vedere lo sforzo che si cela dietro l’arte, ma al contrario, ne fa risaltare  la sua naturalezza.  Il piacere di un dialogo che ha trasformato ora  i suoi stilemi espressivi  e i rapporti fra le persone e che si nutre di  grazia, è il leit motivo  sotterraneo, quasi risorgiva, dell’opera principale di Baldassarre Castiglione. I protagonisti delle conversazioni sono alcune fra le principali figure che gravitano intorno alla corte urbinate: Ludovico di Canossa, Ottaviano e Federico Fregoso, Giuliano de’ Medici, Cesare Gonzaga, Bernardo Dovizi da Bibbiena e il cardinale  Pietro Bembo. Il titolo della mostra affianca i nomi di Raffaello e di Castiglione perché entrambi hanno contribuito a creare il grande mito di Urbino e della sua reggia rinascimentale.  L’opera  reca la dedica a Federico da Montefeltro, quel   duca  che aveva  trasformato il palazzo in una residenza maestosa e scenografica  e che spesso associamo nella nostra mente al famoso  Studiolo intarsiato con le rappresentazioni di virtù e valori del principe. Guidano la conversazione la duchessa Elisabetta e la signora Emilia Pio, vedova di un fratello del Duca, mentre il duca Guidubaldo si trova nelle sue stanze, a letto, ammalato.  L’unione spirituale e l’affinità fra il pittore urbinate  e Castiglione è avvertibile già nel  primo  libro del Cortegiano, dove lo scrittore menziona  gli artisti ritenuti ancora nei tempi odierni fra i maggiori, come  Raffaello, Mantegna, Michelangelo, Leonardo da Vinci e Giorgione. Il trattato diviso  in quattro volumi, e pubblicato nel 1528, lascia spazio nel terzo tomo alle donne. Lezioni di letteratura, politica, musica, danza e arte devono essere impartite anche ad esse inaugurando così un nuovo ideale di umanità ma anche una diversa e rinnovata  attenzione al genere femminile. Si possono citare a titolo d’esempio le sue dichiarazioni nel fare  riferimento alle conversazioni della signora Emilia Pio: la qual per esser dotata di così vivo ingegno  e giudicio, come sapete, pareva la maestra di tutti,  e che ognuno da lei pigliasse senno e valore … perché entrambi hanno contribuito a creare il grande mito di Urbino e della sua reggia rinascimentale.  L’opera  reca la dedica a Federico da Montefeltro, quel   duca  che aveva  trasformato il palazzo in una residenza maestosa e scenografica  e che spesso associamo nella nostra mente al famoso  Studiolo intarsiato con le rappresentazioni di virtù e valori del principe. Guidano la conversazione la duchessa Elisabetta e la signora Emilia Pio, vedova di un fratello del Duca, mentre il duca Guidubaldo si trova nelle sue stanze, a letto, ammalato.  L’unione spirituale e l’affinità fra il pittore urbinate  e Castiglione è avvertibile già nel  primo  libro del Cortegiano, dove lo scrittore menziona  gli artisti ritenuti ancora nei tempi odierni fra i maggiori, come  Raffaello, Mantegna, Michelangelo, Leonardo da Vinci e Giorgione. Il trattato diviso  in quattro volumi, e pubblicato nel 1528, lascia spazio nel terzo tomo alle donne. Lezioni di letteratura, politica, musica, danza e arte devono essere impartite anche ad esse inaugurando così un nuovo ideale di umanità ma anche una diversa e rinnovata  attenzione al genere femminile.

Fungono da rimando  in mostra anche le Epistole di Baldassarre Castiglione. Quelle finora raccolte sono 1779 e quelle presenti  ad Urbino hanno la funzione di introdurre temi di fondamentale rilievo e di raccontare Fungono da rimando  in mostra anche le Epistole di Baldassarre Castiglione. Quelle finora raccolte sono 1779 e quelle presenti  ad Urbino hanno la funzione di introdurre temi di fondamentale rilievo e di raccontare gli oggetti esposti. Certamente la lettera scritta assieme a Raffaello, di cui era amico, e indirizzata  a Papa Leone X,  sul patrimonio culturale, è una pietra  miliare nella progressiva consapevolezza della necessità della tutela dei beni storici ed artistici. Nelle medaglie provenienti dal Museo del Bargello di Firenze e dai Musei Reali di Torino riconosciamo  i volti di alcuni dei personaggi che animano maggiormente i dialoghi del Cortegiano: da Isabella d’Este a Francesco II, da Leone X al cardinale Pietro Bembo, dalla duchessa Elisabetta Gonzaga a Emilia Pio e possiamo ricreare così visivamente le discussioni di quella corte. La mostra curata da Vittorio Sgarbi ed Elisabetta Soletti  ci conduce lungo le sale per ammirare i ritratti di donne ed uomini del 500’ dipinti da Raffaello, Tiziano ed altri noti artisti, fra gli abiti indossati nelle feste e  accanto alle armature, nella visione di opere di arte antica e moderna, oggetto di collezionismo: marmi, bronzi, cammei, pietre preziose, medaglie, quadri e specchi e ci invita ad entrare come spettatori consapevoli nella vita di  una corte rinascimentale. L’ultima sezione è riservata ai manoscritti e alle edizioni antiche delle opere di Castiglione, riunite qui in parte, assieme ad alcuni libri, classici e moderni che rivelano le sue numerose letture e la sua poliedrica cultura.

Patrizia Lazzarin, 22 luglio 2020

 

Leggi tutto...

At Home, progetti per l’abitare contemporaneo

  • Pubblicato in Cultura

Abitare  ha spesso il significato  di  trovare  un luogo dove vorremmo trascorrere buona parte della  vita e dare ad esso le forme che rispondano ad un’estetica principalmente del nostro sentire, diventando in questo modo lo spazio della nostra mente e della nostra anima. Poter scegliere una casa che ci soddisfi è una ricerca di una piccola felicità che non potrà esserci tolta facilmente. L’abitazione è però, ed è stata, anche un simbolo di quello che noi vogliamo essere nella società  o come vorremmo apparire agli altri esseri umani. Questo modo di esistere è cambiato nei secoli: dalle grotte e dalle palafitte di epoca preistorica fino ai grandi palazzi imperiali, dalle architetture leggere a quelle  imponenti, da quelle lussuose a quelle  povere, dagli edifici dalle pareti bianche o affrescate, la storia racconta come abbiamo vissuto, chi eravamo e cosa  siamo diventati. Riaprire in questi giorni, dopo la pandemia del Covid-19, la mostra AT Home al MAXXI di Roma, dove dall’inaugurazione nell’aprile 2019, si possono vedere una rassegna  di opere architettoniche del 900’ in relazione dialogica con  manufatti di architetti contemporanei, ha spinto gli operatori museali ad introdurre nuovi spazi ed altre proposte che tenessero conto anche della recente esperienza. La nuova versione che ha la curatela di Margherita Guccione e Pippo Ciorra diventa una mostra nella mostra, con accanto  opere di architettura e design, documenti, interviste, progetti video e molti film screening. Nella casa in legno a due piani, la grande installazione Home sweet Rome/ Non man is an insula di Rintala Eggertsson, già presente nell’allestimento originale e  dove il visitatore può salire, saranno proiettati documentari, cortometraggi, reportage video ed interviste a cura di Art Doc Festival. Essi racconteranno gli svariati modi dell’abitare contemporaneo, attraverso i lavori di Francesca Molteni, Benedetta Nervi e Irene Pantaleo, Emiliano Martina, Valeria Parisi e Nicolangelo Gelormini. Tra le novità CASA MONDO, un programma pensato interamente per Instagram, dove  alcuni fra i principali protagonisti di designer internazionale si confrontano dal 18 giugno sulle funzioni attuali del nostro abitare. Attitudini che con il lockdown di questi mesi si sono ampliate fino a comprendere attività che prima svolgevamo fuori degli spazi domestici. Il 30 giugno sarà inaugurato nella piazza del MAXXI, aprendo così in maniera ufficiale la stagione estiva del museo romano, il progetto HOME SWEET HOME, casa dolce casa,  dell’architetto londinese Lucy Styles, dove si metteranno in relazione spazi intimi ed aperti, stanze a cielo aperto  che si trasformeranno, contemporaneamente, in metafora della vita nella casa e del giardino segreto del museo. Una casa curiosissima e sbilenca, nello stessa piazza sarà inaugurata martedì 30 giugno, allegoria degli aspetti comici e grotteschi delle vicende umane. L’opera, After love,  frutto dell’ingegno del duo Vedovamazzei, formato da Simone Crispino e Stella Scala, trae ispirazione dal  film del 1920: One week di Buster Keaton, racconto di una  domus, oggetto di un improbabile regalo di nozze da parte di un rivale,  realizzata con istruzioni sbagliate. Gli interrogativi che noi uomini del XXI secolo potremmo trarre da tale costruzione sono molteplici, proprio anche alla luce dei cambiamenti dei rapporti intervenuti dopo l’emergenza sanitaria e con le necessità emerse dal parziale mutamento dei nostri bisogni. L’intelligenza e la creatività del progettare  continua a rivelarsi anche nella prima parte della rassegna laddove i contrasti e le similitudini nelle opere, come linee fantasiose sembrano toccarsi per un attimo e poi fuggire in direzioni diverse. L’immagine della villa dello scrittore Curzio Malaparte di Adalberto Libera, poggiata come un vascello volante sullo sperone di una roccia nell’isola di Capri, che sembra sfidare con il suo coraggio le acque blu e profonde della distesa marina, sembra avere lo stesso ardimento del costruttore, lassù in un altro spazio edificato, sfidando gli elementi naturali nell’azzurro delle Dolomiti bellunesi: quel bivacco degli architetti Demogo di Treviso che sembra solo appoggiato sulla roccia. Un altro tipo di vertigine viene  dalle opere di Zaha Hadid, dove si coniugano leggerezza e solidità, sia  nel  progetto per il museo  MAXXI sia  nella casa per un miliardario moscovita. Un omaggio al barocco romano il suo,  che la mostra associa a quello di Paolo Portoghesi nella Casa Baldi, dove egli accosta l’invenzione di nuove forme all’uso di materiali tradizionali. Tanti nomi che hanno modificato il nostro sguardo sull’abitare da Aldo Rossi a Pier Luigi Nervi con il grattacielo Pirelli, alle case e alle ville di Franz Prati a Reggio Emilia e di Danilo Guerri a Recanati, o la villa presidenziale del Gombo di Monaco Luccichienti e la casa Guna dello studio cileno Pezo Von Ellrichshausen. Questi ed altri progetti e realizzazioni, rappresentativi della storia dell’architettura del Novecento e del nuovo millennio, potremmo conoscere ed approfondire nella rassegna AT HOME che rimarrà aperta fino al 30 novembre.

Patrizia Lazzarin, 20 giugno 2020

 

 

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .