Iran, la strage dei fiori

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I volti sono tanto giovani. Macchie di sangue colorano le tele, mentre appaiono strumenti di morte, un cappio al collo di una vita che si spezza e forbici che tagliano capelli di donne per protesta. "Tu, amico, tu, fratello, tu che hai il mio stesso sangue / quando arriverai sulla luna / scrivi la storia della strage dei fiori". I versi sono presi dalla raccolta di poesie: La strage dei Fiori di Forugh Farrokhzad, la più grande poetessa persiana del Novecento, morta violentemente. Diventa il titolo dell'esposizione promossa dal Polo bibliomuseale di Lecce sul perimetro esterno del Castromediano e quindi visibile 24 ore al giorno. La mostra prosegue nella piazza centrale della città, sul balcone dell'ufficio del sindaco a Palazzo Carafa, sede del municipio di Lecce, grazie alla collaborazione del Comune che ha accolto l'invito a installare una delle opere di Gianluca Costantini, artista che combatte le ingiustizie attraverso i suoi disegni.

Il progetto di Costantini propone una riflessione urgente su quanto sta accadendo in Iran. «I fatti dell'Iran non possono lasciarci indifferenti soprattutto davanti al silenzio delle diplomazie mondiali – dichiara Luigi De Luca, direttore del Polo biblio-museale di Lecce. Un'intera generazione rischia di essere sterminata dalla follia omicida del regime teocratico di Teheran. Le uniche voci che si alzano contro questa follia sono quelle degli artisti e degli uomini e donne di cultura oltre a quelle dei giovani. Con Costantini – prosegue Luigi De Luca – ci lega ormai un rapporto di collaborazione se non di amicizia. Per questo motivo ha voluto regalarci le illustrazioni che testimoniano la barbarie del regime iraniano.Abbiamo pensato perciò di realizzare una mostra da allestire presso le biblioteche e musei dei Poli pugliesi».

Le parole della poetessa Forugh Farrokhzad parlano di libertà di sciogliere i capelli al vento, di natura, di fiori, gioia e amore e contrastano con quello cha accade nel paese iraniano dove oggi donne e uomini alzano voci di protesta che finiscono nel sangue. Lo slogan che gli uomini urlano a favore delle donne è "donna, vita, libertà", quello che le donne gridano a favore dei loro uomini è "uomo, patria, civiltà", mentre sullo sfondo il regime risponde con le armi. Sul suono incantato dei versi che seguono possiamo immaginare un delicato sentire di molte giovani che chiedono infine un diritto elementare:"Pettinerò di nuovo i miei capelli nel vento?/Pianterò di nuovo le viole in giardino?/E lascerò di nuovo i gerani/Nel cielo dietro la finestra?/Danzerò di nuovo sui bicchieri?/ I Rintocchi della porta mi condurranno/Di nuovo all'attesa di una voce?"

Le parole del sindaco di Lecce, Carlo Salvemini mostrano l'interesse delle istituzioni: «L'attenzione verso le preoccupanti vicende che stanno accadendo da mesi in Iran è alta da parte del Comune di Lecce, tanto che – su sollecitazione dei consiglieri comunali Giovanni Occhineri ed Emanuela Orlando – ci eravamo impegnati durante una delle ultime sedute di consiglio a esporre all'esterno di Palazzo Carafa un messaggio di solidarietà rivolto alle donne come Mahsa Amini che hanno pagato con la vita la lotta per la propria autodeterminazione. Mahsa Amini, come ricordiamo tutti, è la ragazza curda di 22 anni, arrestata dalla polizia morale per non aver ben indossato il velo e arrivata cadavere in ospedale, dove la polizia ha preteso la sua intubazione per nascondere la propria responsabilità.

I volti di Mahsa Amini, di Ismail Moulodi, ucciso durante le proteste nate per la morte di Masha e di chi come l'attore Hossein Mohammadi è stato condannato, in via definitiva, all'impiccagione perché ha fatto sentire la sua voce contro il regime, compaiono riconoscibili nelle illustrazioni di Costantini. Vediamo anche i visi di Fahimeh Karimi, un'allenatrice di pallavolo e mamma di 3 bambini, anche lei arrestata durante una protesta contro l'uccisione di Masha e su cui pende una condanna a morte e, di Asra Panahi, la sedicenne morta dopo un pestaggio da parte delle forze di sicurezza perché assieme ad altre compagne di classe, si era rifiutata di cantare un inno dedicato alla Guida suprema dell'Iran: Ali Khamenei.

Costantini si è fatto interprete puntuale della rivolta che da settembre infiamma l'Iran. Egli collabora attivamente con le organizzazioni ActionAid, Amnesty, ARCI e CPJ Committee to Protect Journalist e con i principali festival sui diritti umani, tra cui l'HRW Film Festival di Londra e New York, il FIFDH di Ginevra e il Festival dei diritti umani di Milano.Nel 2019 ha ricevuto il premio "Arte e diritti umani" di Amnesty International. Tra le sue ultime pubblicazioni, Patrick Zaki, una storia egiziana, L'ammaestratore di Istanbul, San Michele Cemetery Island e Libia.

Patrizia Lazzarin, 1 gennaio 2023

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