TheatreArtVerona

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Con il sottotitolo “RI/TORNARE RI-CREARE RI-NASCERE” che suona come un grido di gioia, l’edizione 2023 di TheatreArtVerona, organizzata dal Teatro Stabile di Verona in collaborazione con la fiera d’arte moderna e contemporanea ArtVerona, permette all’arte contemporanea di uscire dalla Fiera, entrare nel tessuto della città e “duettare” con il teatro. Sono in programma, dal 15 settembre al 12 novembre, spettacoli di prosa e di danza, film d’ambito teatrale, incontri e una mostra fotografica sul fil rouge della sperimentazione, della ricerca, della pluralità dei linguaggi e delle contaminazioni.

Gli spazi del Teatro Nuovo, del Piccolo Teatro di Giulietta e di palazzo Maffei ospiteranno produzioni e spettacoli che non avrebbero avuto modo di avere facilmente spazio nelle consuete rassegne.

“La rassegna, spiega Piermario Vescovo, curatore e direttore artistico dello Stabile di Verona, è pensata come  una sorta di anticipazione della stessa, condividendo l’idea di ArtVerona che l’attenzione all’arte e a tutti i suoi linguaggi non possa limitarsi ad un momento di punta, ma che debba avere una sua continuità durante tutto l’anno, fatta di diversi eventi e collaborazioni tra tutti gli enti culturali della città.

 CALENDARIO SPETTACOLI

A inaugurare la rassegna il 15 settembre alle 21.00 nel Piccolo Teatro di Giulietta è HAMLET SOLO di Francesco Pititto, una produzione Lenz Fondazione, interpretata da  Barbara Voghera, attrice “sensibile” con sindrome di Down, storica interprete delle varie stesure di “Hamlet” fin dal 1999. Summa di una lunga e profonda esperienza artistica con gli attori “sensibili”, iniziata oltre venti anni fa, “Hamlet solo” trasforma in un eroico duello dell’attore con se stesso, i dialoghi di Amleto con Orazio, la regina, il fantasma del padre, Rosencrantz e Guildenstern, i becchini e re Claudio.

A seguire, il 16 e 17 settembre alle 21.00 (con repliche il 30 settembre e il 1° ottobre) nel Piccolo Teatro di Giulietta, vedremo e ascolteremo RACCONTO D’INVERNO, fiaba per voci e figure da “The Winter’s Tale” di William Shakespeare, nell’adattamento e con la regia di Piermario Vescovo. Interpreti di questo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Verona sono Manuela Muffatto, Marika Tesser e Antonella Zaggia che ha anche disegnato e costruito i burattini. Torna dunque a Verona questo spettacolo che, dopo il debutto all’Estate Teatrale Veronese 2022 è stato rappresentato in molte città del Veneto tra cui Venezia. Gli è stato anche dedicato, per il suo elegante aspetto “cameristico” che lo rende un bijou adatto ai piccoli spazi teatrali, un ampio servizio di Antonio Audino nel corso del Teatro di Radio3 su Rai Radio3.

Il 22 settembre alle 21.00 va in scena, nel Piccolo Teatro di Giulietta, il Teatro dei Borgia che propone GIACOMO di Elena Cotugno e Gianpiero Alighiero Borgia. Basato sui testi di Giacomo Matteotti elaborati dai verbali delle assemblee parlamentari del 31 gennaio 1921 e del 30 maggio 1924, “Giacomo” mette a confronto due suoi interventi in Parlamento: quello in cui denunciò le connivenze tra le forze politiche borghesi e le squadre fasciste e quello, che poi pagò con la morte, in cui contestò i risultati delle elezioni dell’aprile di quell’anno.

Il quarto appuntamento con TheatreArtVerona è il 29 settembre alle 21.00 nel Piccolo Teatro di Giulietta. In programma la proiezione del film ER di Marco Martinelli dedicato all’arte in vita di Ermanna Montanari. A proporlo è il Teatro delle Albe in collaborazione con Antropotopia. Realizzato partendo da una serie di materiali di archivio, il film è una sorta di “sezione aurea” della ricerca teatrale di Ermanna Montanari. È una dedica a Ermanna e alla sua arte di attrice e autrice, sempre alla ricerca di nuove forme, suoni, voci. Le immagini di repertorio degli spettacoli si compenetrano a quelle di una lunga camminata, filmata di spalle, sul ciglio di una strada della campagna romagnola. Prima della proiezione del film, Ermanna Montanari parlerà del suo libro “L’abbaglio del tempo” (La nave di Teseo, 2021) con Piermario Vescovo e Marco Martinelli.

A seguire, il 3 e 4 ottobre alle 21.00 nel Piccolo Teatro di Giulietta, va in scena CON GRANDE SPREZZO DEL RIDICOLO, il testo di Fabio Marson che ha vinto il Bando Drammaturgia NDN 2022. Coprodotto da Network NdN - capofila Idra Teatro ETS, Teatro Libero Palermo, Teatro Stabile di Verona e Centro Teatrale MaMiMò, è interpretato da Filippo Paolasini, Lucia Bianchi e Marco De Rossi. Lo spettacolo è ambientato in una Torino di fine Ottocento dove un impiegato del Ministero degli Esteri giunto da poco in città s’imbatte per caso in sei nobili Assabesi ospiti della Grande Esposizione Italiana del 1898. Folgorato dalla bellezza della principessa Kadiga, non riuscirà più a togliersela dalla mente mettendo in crisi il suo matrimonio, fino a quel momento felice, con Elena.

Il sesto appuntamento con TheatreArtVerona è il 12 ottobre alle 21.00 al Teatro Nuovo dove Babilonia Teatri presenta il suo ultimo spettacolo, PIETRE NERE. Ne sono interpreti Francesco Alberici, Enrico Castellani, Valeria Raimondi (anche autori del testo) e Orlando Castellani. Lo spettacolo è prodotto da Babilonia Teatri, La Corte Ospitale e Operaestate Festival Veneto. A partire da luoghi che, agli occhi dei più, case non sono, “Pietre nere” è un’indagine sul concetto di casa. Con dei quesiti. “Possono le nostre case essere sempre più cosmopolite, senza che questo debba essere in contrasto con l’identità locale? Possono essere sempre meno scrigno di segreti e sempre più luogo d’incontro e di condivisione? Ed essere magari anche luoghi di cui conoscere e tramandare le storie e le vicende?”.

Il settimo e ultimo appuntamento della rassegna è a Palazzo Maffei - Casa Museo dove Il 14, 15, 21, 22, 28 e 29 ottobre alle 11.00 e il 4, 5, 11 e 12 novembre sempre alle ore 11.00 la danzatrice-coreografa Camilla Monga accompagna gli spettatori (che tramite il sistema silent play ascoltano la musica in cuffia) in incontri ravvicinati con le vestigia antiche della sala Antiquarium, con la Piccola nube di Magellano di Giuseppe Gallo, con le opere di Fausto Melotti, con lo scultore cosmico Eliseo Mattiacci, con l’installazione Lotus Maffei del designer olandese Daan Roosegaarde e con altre opere.ME TIME - UNA STANZA TUTTA PER SÉ il titolo di questa performance prodotta dal Teatro Stabile di Verona su musiche di Federica Furlani.

Il calendario degli spettacoli è stato curato da Piermario Vescovo con la collaborazione di Simone Azzoni.

EVENTI A INGRESSO LIBERO

Dal 14 settembre al 18 ottobre dal lunedì al sabato (ore 15.30-19.30) sono esposte all’interno del Teatro Nuovo fotografie a firma di Enrico Fedrigoli che ritraggono la danzatrice e coreografa Francesca Proia. LA TIGRE ASSENZA tra teatro e fotografia il titolo della mostra dedicata a questo fotografo che opera in ambito teatrale da oltre quarant’anni e che cura personalmente la stampa in bianco e nero su carta baritata di alta qualità.

Il 6 ottobre alle 18.00 nel Piccolo Teatro di Giulietta Simone Azzoni dialoga con Enrico Fedrigoli e Vincenzo Scorza su TEARS FROM THE VOID, evento che ha debuttato con grande successo al festival PerAspera a Bologna. I due artisti, entrambi coinvolti nel progetto, approfondiranno il dialogo tra arte digitale, fotografia analogica, danza contemporanea e musica elettronica.

BIGLIETTI    PREZZI E MODALITÀ D’ACQUISTO

Piccolo Teatro di Giulietta

posto unico                          € 10,00 + € 1,00 prevendita

ridotto*                                   €   8,00 + € 1,00 prevendita

speciale studenti ESU       €   3,00

* possessori biglietto ArtVerona, abbonati alle stagioni teatrali del Teatro Nuovo e Rete RSVP, over65

Capienza limitata, consigliato l’acquisto in prevendita

Teatro Nuovo

posto unico                          € 20,00 + € 2,00 prevendita

ridotto*                                   € 15,00 + € 1,50 prevendita

speciale studenti ESU       €   3,00

* possessori biglietto ArtVerona, abbonati alle stagioni teatrali del Teatro Nuovo e Rete RSVP, over65

 Palazzo Maffei

posto unico                          € 15,00 + € 1,50 prevendita

ridotto*                                   € 10,00 + € 1,00 prevendita

speciale studenti ESU       €   3,00

* possessori biglietto ArtVerona, abbonati alle stagioni teatrali del Teatro Nuovo e Rete RSVP, over65, studenti, members Palazzo Maffei

Capienza limitata, consigliato l’acquisto in prevendita. Il biglietto della performance dà diritto anche alla visita alla Casa Museo.

ONLINE  www.boxol.it/boxofficelive e www.boxofficelive.it

biglietteria Teatro Nuovo, piazza Viviani 10, tel. 045 8006100, dal lunedì al sabato, ore 15.30- 19.30

Box Office, via Pallone 16, tel. 0458011154 dal lunedì al venerdì ore 9.30-12.30 e 15.30-19.00, sabato ore 9.30-12.30

Patrizia Lazzarin, 5 settembre 2023

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Palazzo Maffei: sulle tracce di Virginia Woolf

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Un luogo di delizie per lo spirito e la mente è il seicentesco Palazzo Maffei nel centro storico di Verona. Il suo affaccio su Piazza delle Erbe è uno sguardo sul presente e sul passato: nell’oggi, fra la gente che affolla le sue sale, le piazze e le vie tutt’intorno, nei secoli trascorsi per merito della sua architettura che, nella sua maestosità ed eleganza, richiama i fasti e la teatralità del barocco. E proprio guardando dalla terrazza, dove si arriva dopo aver visitato le collezioni d’arte del primo e del secondo piano, in cui la contemporaneità e l’antico affabulano in un dialogo  fatto di rimandi e di significati, che i nostri occhi rapiti dalle file delle finestre dei palazzi che formano una corolla e da un cielo che sembra avvicinarsi ai rossi tetti di tegole, colgono il senso della meraviglia che nasce da un’affascinante scoperta. Il paesaggio naturale appare legato ai palazzi della città, mentre sullo sfondo una luna del tardo pomeriggio autunnale, brilla nella sua lucentezza bianco-argentea. Viaggiando fra le opere, con la musica che proviene dalle cuffie che da poco abbiamo indossato, seguiamo i passi di una  danzatrice lungo le sale. Sul suo filo di Arianna, simbolicamente steso, percepiamo la bellezza dell’arte che in mille forme si presenta. Il libro, Una stanza tutta per se di Virginia Woolf è la trama su cui la coreografa Camilla Monga tesse, in maniera libera, i suoi fili e le sue mosse fatti di lievi passi  e veloci movimenti che abbracciano il mondo di cose meravigliose che la circonda. Le note che provengono dalle cuffie sono invenzioni di Federica Furlani che  prende ispirazione dalle riflessioni del primo grande compositore ambientalista Raymond Murray Schafer e da Brian Eno. Ammiriamo le opere, soli, anche se accanto ad altri, in una percezione molto particolare che ci fa avvicinare al senso della potenza della creazione. Una stanza tutta per se e cinquecento sterline annue di rendita sono le condizioni minime per una donna che scrive,  raccontava nel suo libro Virginia. Un luogo dove essa possa, senza remore, esprimere la sua intelligenza. Nella libera interpretazione andata in scena a Palazzo Maffei l’energia creatrice degli artisti che, sulle pareti restituiscono una loro visione del mondo, entrava in relazione con i presenti, ora anch’essi registi di una nuova storia di pensiero e di immaginazione. Le pareti restituivano brani della vitalità dell’essere che straordinariamente rimanevano, anche se possedevano un antico linguaggio, leggibili e vicini. Statue greco-romane, dipinti cinquecenteschi, sculture novecentesche, quadri di futuristi, scene sacre e opere cinetiche, solo per citare alcuni stili  e generi, si posano sugli spazi pieni di luce,  come se il tempo fosse saltato, per restituire a noi valori senza limiti di spazio e cronologia. Ogni espressione si completava nell’insieme, mentre le dita della danzatrice mostravano alla fine della coreografia, una delle frasi simbolo del palazzo: l’Arte è la forma più alta della speranza: un aforisma del pittore Gerhard Richter. Incisioni, miniature, disegni, libri antichi, maioliche, bronzi, avori, oggetti di uso quotidiano, come  mobilio e manufatti decorativi e affreschi completano l’excursus nella casa-museo. La Collezione Carlon, qui raccolta, venne iniziata più di cinquant’anni fa. Ogni suo luogo definisce coordinate di forme, colori e significati che  azionano come una molla la nostra immaginazione. L’interesse per la storia artistica veronese si evidenzia nelle opere, fra gli altri, di Altichiero e Liberale da Verona, Bonifacio de’ Pitati, Antonio e Giovanni Badile, Felice Brusasorci, Antonio Balestra e Giambettino Cignaroli. Nella prima sala, capolavori della pittura veronese, tra la fine del XV e l’inizio del XVII secolo, si ammirano accanto a manufatti tardogotici di pregevole fattura e a preziose tele di tema mitologico che si ispirano alle Metamorfosi di Ovidio, alla Teogonia di Esiodo e alle gesta dei poemi omerici. Nella stanza dei Mirabilia i fondi oro di epoca trecentesca e quattrocentesca alludono a uno spazio oltre il visibile come  i tagli sulla tela rossa di Lucio Fontana che ricercano la terza dimensione spaziale. Accanto ai fogli miniati del XIII e del XIV secolo appaiono sulle parete  affreschi di paesaggi con architetture. Ci sono  i panorami e gli sguardi  sulla Verona del Seicento come nella Veduta dell’Adige nei pressi di San Giorgio in Braida dell’olandese Gaspar van Wittel o l’immagine di Piazza delle erbe di Giovanni Boldini, riletta in chiave Belle Époque. Nell’Antiquarium che ricorda le origini del palazzo Maffei, edificato sui resti del Capitolium, il tempio romano del I secolo dopo Cristo, i manufatti lapidei con raffinate decorazioni a punta di trapano a violino sono accostati alla statua di Marco Aurelio, l’imperatore filosofo, e al Testimone di Mimmo Paladino. Qui la limpidezza dei materiali e delle linee sembra acquistare voce silenziosa, mentre sulle pareti ci guardano i Gladiatori di De Chirico. E’ una sinfonia di colori, dove il bianco e l’avorio condensano l’essenza e la forza dell’esistere. Incontriamo nella passeggiata opere inedite delle avanguardie storiche come il quadro: Canal Grande a Venezia di Umberto Boccioni.  Particolare attenzione viene riservata al Movimento del Futurismo, attraverso le opere dei suoi  principali  “firmatari, o se vogliamo protagonisti: Giacomo Balla, Gino Severini, Carlo Carrà e naturalmente Boccioni. Ci sono i colori di Modigliani, di Casorati, Schifano e  Warhol, in un viaggio dal Realismo Magico alla Pop Art. Ci muoviamo  dalla pittura informale di Georges Mathieu all’astrattista Carla Accardi, da Alberto Burri, a Piero Manzoni e Enrico Castellani che, negli anni Cinquanta e Sessanta  esprimono nuovi valori  nati  dalla consapevolezza di essere una generazione scampata agli orrori della guerra. Nel percorso tra realismo e astrazione sostiamo con stupore davanti al surrealista Renè Magritte, all’incredibile Renato Guttuso e a Pablo Picasso per immergerci infine nelle grandi tele di Emilio Vedova, Piero Dorazio e Giuseppe Santomaso. Si pone attenzione anche  alle creazioni di figure d’artisti più giovani come Chiara Dynys, Leandro Erlich, Giuseppe Gallo, Dan Roosegaarde e Arcangelo Sassolino. L’allestimento museale ha avuto la direzione della storica dell’arte Gabriella Belli.

Patrizia Lazzarin, 7 novembre 2022

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