Chi gongola per la poca solidarietà di Xi a Putin

  • Pubblicato in Esteri

Il matrimonio Cina-Russai non sa da fare!`Ma è`davvero così?

Al di là degli impegni ufficiali di una possibile visita in primavera del presidente Xi Jinping in Russia, la conversazione tra Vladimir Putin e il suo omologo cinese si è basata sulla guerra in Ucraina da un lato e sugli sviluppi geopolitici legati alle relazioni economiche dall’altro. Ma con una velata e silenziosa consapevolezza: l’appoggio totale di Pechino a Mosca non solo non c’è, ma si sta tramutando in attenta e ponderata analisi delle contingenze, sia perché la Cina ha da gestire il dossier Covid, sia perché non è detto che il 2023 inizi con il medesimo piglio nei confronti di Putin (si legga alla voce “guerra non più sostenibile”). Il commento di Paolo Falliro sul sito Formiche.

Leggi tutto...

L’aberrante ideologia totalitaria della Russia di Putin

  • Pubblicato in Esteri

Putin sulla scia di Hitler?

Rascismo. In inglese suona «Rashism», una crasi tra Russia e fascismo. È una parola d’uso comune nel Paese che ne ha sotto gli occhi la traslitterazione, potreste averla sentita nelle pause della traduzione durante l’intervista a un sindaco o un politico ucraino. È sinonimo di crimini di guerra, di volontà d’annientamento. Il suo simbolo è la zeta, aberrante come una svastica. Per un ventennio l’Occidente si è chiesto che cosa ci fosse «nella testa di Vladimir Putin», oltre a rivoli spesso mistificati di culti e dottrine precedenti. La risposta è questa ideologia neo-totalitaria. Il commento di Matteo Castellucci su Linkiesta.

Leggi tutto...

Meloni deve imparare in fretta: che fare con la Ue?

  • Pubblicato in Esteri

Governo Meloni, appena partito, già in difficoltà

Giorgia Meloni ha voluto affrontare subito il confronto con l’Unione europea per chiarire che il rapporto con l’Europa – considerata dalla destra sovranista “matrigna” – è in testa alle priorità del suo governo (...) Mario Draghi insieme ad altri quattordici governi aveva chiesto una serie di decisioni comuni che avrebbero potuto essere immediatamente adottate dal Consiglio su proposta della Commissione europea dato che i "quindici" costituivano una maggioranza qualificata ai sensi del trattato (...) Alcune delle richieste fatte da Giorgia Meloni a Bruxelles non trovano risposta, non perché "l'Europa è matrigna", ma perché il potere di decidere o meglio di non decidere sta nelle mani di ventisette "patrigni", che siedono nel Consiglio europeo e che difendono il principio del voto alla unanimità. Il commento di Pier Virgilio Dastolis su Linkiesta.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .