Renzi gioca alla guerra, l'Italia a rischio attentati

L'Europa non ha forze armate proprie, non ha una politica estera comune, quindi non è un soggetto attivo, ma dal punto di vista di soggetto passivo è fortemente sotto schiaffo. E l'Italia è anch'essa soggetto passivo. Potrebbe diventarlo ancora di più perché Roma è Roma. Le iniziative puramente figurative del nostro presidente del Consiglio valgono ben poco sul terreno ma possono - se passeranno in Parlamento - stimolare l'attuazione di attentati in un Paese che è la sede del Pontefice.. L'editoriale di Eugenio Scalfari su la Repubblica. 

Italia in guerra? Un seggio all'Onu vale così tanto?

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Italia in guerra? Chissà? Decide Matteo

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Il pasticcio mediorientale, dopo la caduta dei dittatori che ne governavano molti Paesi e garantivano una certa stabilità della zona, gioca a favore della Russia; che non è più l'Unione Sovietica, ma rimane la Russia di sempre, con i suoi interessi nazionali e planetari. Gli Stati Uniti hanno commesso l'errore di farle credere che fosse loro intenzione ingerirsi militarmente nella zona ai suoi confini. È stato un grave errore strategico. Obama ha rivelato di essere un pessimo presidente, ripristinando le condizioni della guerra fredda proprio quando non ce n'erano più i presupposti e un'intesa con Mosca in funzione anti-terroristica era utile. L'editoriale di Piero Ostellino su il Giornale.

Gli errori di Obama li pagherà l'Europa

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Medio Oriente, l'Ue tra Obama e Putin

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Qualche buona ragione di essere in Siria Putin ce l’ha, anche se possiamo non approvarlo, mentre gli Stati Uniti non si capisce che cosa ci fanno ancora in Medio Oriente se non appoggiare le ambizioni di rivincita anti-sciita delle monarchie del Golfo, impaurite dall’accordo con Teheran, e raccogliere le schegge del delirante “caos costruttivo” di oltre un decennio di politiche sbagliate. Se Putin e l’Iran lanceranno una ciambella diplomatica di salvataggio, l’Occidente questa volta potrebbe anche afferrarla al volo pur di uscirne e cominciare a disegnare un nuovo puzzle di bantustan e città-stato mediorientali magari lasciando come in una tragica fiction gli stessi nomi di oggi sulla mappa. Ma questo è già uno scenario molto ottimista. L'editoriale di Alberto Negri su il Sole 24 Ore.

Un indeciso Obama e un deciso Putin fanno la differenza

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