Non si può esportare la democrazia in tutto il mondo

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E' chiaro che l'occidente (Stati Uniti in testa) ha sbagliato a considerare che era possibile l'esportazione nel medio oriente della democrazia. Il bilancio è stato spaventoso: 250 mila morti, sei milioni di profughi, 10 milioni sotto il livello di povertà. Un dato Unicef è impressionante: durante il conflitto sono nati 3,7 milioni di bambini che non hanno conosciuto altro che la guerra, tre milioni non vanno a scuola. Il loro futuro è anche il nostro. È questa la guerra che dobbiamo vincere qui e altrove. Dalla lezione irachena ne deriva un'altra: meno si staziona nel mondo arabo con truppe straniere meglio è. Ricordiamocelo anche per la Libia. Gli americani si ritirarono da Baghdad dopo 9 anni, con 4.500 marines morti e oltre 100mila civili iracheni uccisi; ma commisero l'errore di lasciarsi dietro uno stato fragile, diviso tra sciiti, sunniti e curdi, poi diventato preda dell'Isis che in Iraq ha le sue radici originarie.L'editoriale di Alberto Negri su Il Sole 24 ore.

In Siria, lo voglia o no l'Occidente, resterà Assad

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Immigrazione, Putin ed Erdogan ricattano l'Ue

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Ankara e Mosca stanno usando i flussi migratori causati dalla guerra in Siria per ricattare e mettere sotto pressione l’Unione Europea. Recep Tayyip Erdoğan gioca al rialzo e chiede non più tre miliardi, come da accordi, ma sei miliardi a biennio all’Unione per gestire il flusso migratorio: ovvero per fermare i siriani che fuggono dalla guerra. L'articolo di Gianni Rosini su il Fatto Quotidiano.

Russia e Turchia stanno incastranndo l'Unione Europea

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Siria, l'offensiva di Putin e l'inerzia di Obama

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In Medio Oriente i russi sono dei giocatori abili. Mentre i negoziati passano da un fallimento all'altro, Putin propone adesso, come una concessione, un cessate il fuoco ai primi di marzo. Quando le sue truppe e i suoi aerei avranno portato a termine l'offensiva di Aleppo. Sempre che degli interventi turchi e sauditi, o un ripensamento americano, non la prolunghino. L'editoriale di Bernardo Valli su la Repubblica.

Siria nel caos, in vantaggio Putin

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