L'Italia nella morsa tra Trump e Putin (e Xi)

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Dietro le «ombre russe» che inquietano Matteo Salvini c'è un evento storico del quale faremmo bene a prendere atto: trent'anni dopo la caduta del Muro di Berlino, l'Europa è tornata ad essere il terreno d'elezione dello scontro russo-americano. Nel novembre del 1989 il politologo statunitense Francis Fukuyama annunciava al mondo la «fine della Storia», perché a suo dire la democrazia liberale aveva ormai vinto il confronto con il totalitarismo. Sbagliava, e oggi, tre decenni dopo, la Russia di Putin e l'America di Trump si scambiano a casa nostra, cioè in Europa, sfide nucleari (la fine del trattato anti-euromissili), guerre per procura (in Ucraina), guerre economiche (sanzioni e contro-sanzioni) e guerre di intelligence, gestite da quei servizi che mai, dopo la guerra fredda, hanno smobilitato. Un interessante commento di Franco Venturini sul Corriere della Sera.

L'Italia a trazione sovranista non può pencolare tra Russia, Usa e Cina

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Checks and balances discusse nel nostro Paese

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Ma non in Occidente e l'Italia vuole avvicinarsi alla Russia putiniana. Almeno Matteo Salvini così si augura (ndr). Vladimir Putin sostiene che i principi liberali che finora hanno retto l’occidente oggi sono contrari all’interesse dei cittadini. Fra questi Putin include la democrazia rappresentativa e il liberismo economico. Il rapporto fra leader e popolo, nella visione «populista» di Putin, deve essere diretto, senza l’intromissione di un parlamento, che invece è il cardine della democrazia rappresentativa. Questa infatti si fonda su un sistema di «checks and balances» che includono, oltre al parlamento, altre istituzioni indipendenti: fra queste la giustizia e, nel campo economico, banche centrali e autorità di regolamentazione dei mercati. Pesi e contrappesi talvolta rallentano l’azione del governo, ma evitano che leader non sottoposti ad alcun controllo diventino di fatto dittatori. L'editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul Corriere ella Sera.

Putin vuole stregare l'Italia salviniana

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Mani di Usa e Russia sull'Italia

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Per la strana coppia Steve Bannon (Usa) e Aleksandr Dugin (Russia) l'Italia è un paese-laboratorio in un'Europa da ribaltare, e dunque la frequentano volentieri. Magari, inconsapevolmente, dandosi anche il cambio. Se ne va l'americano Steve Bannon, ex stratega del presidente Trump, che atterrando a Londra conclude il suo ultimo viaggio in Italia, ed arriva il russo Aleksandr Dugin, filosofo e politologo in forte sintonia con Putin. Il commento del prof. Sergio Fabbrini su Il Sole 24 Ore.

I populisti di casa nostra a scuola di... sovranismo: insegnanti Bannon e Dugin

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