Le contraddizioni delle prese di posizione della premier Giorgia Meloni. Un tempo contro l’euro, contro l’Europa (la pacchia è finita!) e, con il vecchio Msi, contro gli Stati Uniti! Molti politici vivono nelle loro contraddizioni come se nulla fosse!
Le contraddizioni nelle prese di posizione di Giorgia Meloni sono un tema che suscita interesse e discussione, sia tra i suoi sostenitori che tra i critici. La sua carriera politica è stata segnata da un’evoluzione che può sembrare paradossale, in particolare per quanto riguarda le sue posizioni sull’euro, sull’Europa e sugli Stati Uniti. Eppure, come per molti altri politici, queste contraddizioni fanno parte del processo di adattamento alla realtà politica e alla necessità di guadagnare consensi in un contesto in continua evoluzione.
1. Contraddizioni sull’euro e sull’Europa
Passato contro l’euro
In passato, Giorgia Meloni e il suo partito, Fratelli d’Italia, erano apertamente contro l’euro e criticavano l’Unione Europea. La Meloni, che in passato si era dichiarata una fervente sostenitrice di un’Europa dei popoli e delle nazioni, vedeva l’Euro come una gabbia per l’Italia, sostenendo che l’ingresso nell’area euro avesse danneggiato l’economia del paese e limitato la sua sovranità monetaria. Questo punto di vista è in linea con la tradizione del Movimento Sociale Italiano (MSI), di cui si può tracciare una certa continuità ideologica.
Cambiamento in vista della responsabilità di governo
Tuttavia, con l’avvento al governo nel 2022, Meloni ha cambiato atteggiamento sull’euro e sull’Europa. Pur mantenendo una critica al centralismo di Bruxelles, oggi Fratelli d’Italia non auspica più una uscita dall’euro. Anzi, come premier, Meloni ha dovuto adattarsi alla realtà politica e alle necessità di gestione economica: l’Italia è infatti parte integrante dell’area euro, e la sua politica economica deve fare i conti con i vincoli dell’Unione Europea, inclusi il Patto di Stabilità e le politiche monetarie della Banca Centrale Europea.
Questo cambiamento riflette una necessità pragmatica, legata alla gestione del governo in un contesto dove l’uscita dall’euro sarebbe una scelta ad alto rischio, sia dal punto di vista economico che politico. Inoltre, la posizione più equilibrata ha anche avuto come obiettivo quello di garantire la stabilità del paese agli occhi dei partner internazionali, in particolare della BCE e dei mercati.
2. Contraddizioni nei confronti degli Stati Uniti e della NATO
Il Msi e la critica agli Stati Uniti
Anche in passato, sotto la bandiera del MSI, Meloni aveva avuto una posizione molto critica nei confronti degli Stati Uniti e delle politiche americane, soprattutto durante la Guerra Fredda. La visione era spesso quella di una sovranità nazionale che doveva essere liberata dall’influenza degli USA, accusati di voler imporre un egemonia culturale e politica in Europa e nel mondo.
Posizione cambiata da premier
Da premier, però, Meloni ha rafforzato la sua alleanza con gli Stati Uniti, considerando la loro importanza strategica sia per l’Italia che per la NATO. Le sue politiche estere, in particolare in tema di difesa e sicurezza, sono ora più orientate verso il rafforzamento delle relazioni transatlantiche, con il sostegno all’Ucraina contro l’aggressione russa, una posizione che ha trovato pieno allineamento con le politiche degli Stati Uniti e della NATO. Anche l’impegno verso la sovranità europea rimane, ma si è evoluto verso una cooperazione stretta con gli USA nel contesto della guerra in Ucraina e delle politiche di difesa comune.
3. Le contraddizioni politiche in generale
Le contraddizioni politiche non sono, purtroppo, un fenomeno esclusivo di Giorgia Meloni. La politica è un campo in cui è necessario mediare tra principi ideologici e le esigenze pratiche di governo. Ogni politico, in particolare quelli che salgono al potere, deve affrontare compromessi e adattarsi a una realtà che non sempre corrisponde alle promesse elettorali.
Molti politici di destra e di sinistra hanno avuto posizioni ideologiche forti in passato, ma sono poi stati costretti a moderare le loro posizioni una volta al governo, per gestire le complessità economiche, politiche e sociali del loro paese. Le contraddizioni emergono quando il programma elettorale e la prassi di governo entrano in collisione, come quando si deve fare fronte a realtà internazionali (come le alleanze militari e le politiche economiche) che richiedono un approccio più pragmatista e cooperativo.
Cosa c’è dietro queste contraddizioni?
1. Pragmatismo politico: Come ogni leader politico che arriva al governo, Meloni è stata costretta a fare delle scelte che rispondessero alle esigenze economiche e geopolitiche del momento. Da leader di partito, infatti, le sue dichiarazioni erano orientate più a sfidare l’establishment europeo e a sostenere politiche più sovraniste. Una volta al governo, però, la realtà delle alleanze internazionali e degli impegni economici ha costretto un cambiamento di rotta.
2. Adattamento al contesto internazionale: La politica estera è un altro ambito in cui le posizioni di Meloni sono evolute. In un mondo sempre più polarizzato, la necessità di mantenere forti alleanze internazionali ha portato a una visione più moderata riguardo a questioni come l’Europa, la NATO e gli Stati Uniti. L’orientamento pragmatico che ha adottato dimostra la difficoltà di mantenere posizioni ideologiche ferme in un mondo che cambia rapidamente.
3. Compromessi interni ed esterni: Come premier di una coalizione di governo, Meloni è obbligata a mediare tra le diverse forze politiche che compongono la sua alleanza, e questo richiede compromessi che non sempre sono coerenti con le posizioni radicali di partenza.
Conclusione
Le contraddizioni politiche di Giorgia Meloni, come quelle di molti altri leader, riflettono le sfide e le contraddizioni intrinseche della politica democratica. I politici, una volta al governo, devono affrontare la realtà dei compromessi politici, delle necessità economiche e delle pressioni internazionali. È normale che si verifichino adattamenti e cambiamenti nelle posizioni politiche, soprattutto in contesti complessi come quello europeo e internazionale.
In effetti, le contraddizioni non sono una novità, ma fanno parte del gioco politico: in un mondo che cambia, le posizioni si evolvono, anche se ciò può sembrare incoerente o contraddittorio. Sta agli elettori, alla stampa e agli analisti valutare come questi cambiamenti riflettano o meno un miglioramento nella gestione del paese e se i compromessi fatti sono nel bene o nel male del paese e della sua sovranità.
19 marzo 2025