
LA STRAORDINARIA STORIA DELLA PITTRICE GIAPPONESE CHE PORTÒ L’ARTE ORIENTALE IN SICILIA ARRIVA IN LIBRERIA E FUMETTERIA.
Frutto di una collaborazione inedita tra Andrea Accardi e l’artista internazionale Keiko Ichiguchi, LA VITA DI OTAMA è un viaggio tra Tokyo e Palermo e racconta le vicende di Otama Kiyohara (1861-1939), una donna eccezionale sempre divisa tra due mondi: il Giappone e l’Europa. Fu lei, infatti, la prima pittrice giapponese a dipingere nello stile europeo e la prima donna nipponica a posare per un artista europeo, Vincenzo Ragusa, scultore di origini palermitane che sarebbe poi diventato suo marito. Dopo aver scoperto la bellezza travolgente e calda di Palermo, Otama tornerà dopo cinquant’anni nel Paese natio per capire che molte cose sono cambiate…
Scopriamo meglio l’artista …
OTAMA KIYOHARA, una giovane giapponese giunta nel 1882 nell’isola siciliana, ricevette la sua formazione come pittrice nella nativa Tokyo che aveva da poco aperto alle influenze dell’Occidente. Giunse a Palermo con il futuro marito Vincenzo Ragusa che realizzerà nella città il progetto di una Scuola d’arti orientali dove Otama, diventata Eleonora Ragusa dopo il battesimo e il matrimonio, insegnerà e sarà direttrice della sezione femminile dell’istituto. Realizzò numerosi capolavori e lavorò assiduamente spaziando fra differenti stili in cui condenserà la lezione del Rinascimento italiano, mantenendo tuttavia l’armonia tipica delle forme e dello stile di ascendenza orientale. Il suo lungo percorso artistico si concluderà a Tokyo dopo più di cinquanta anni vissuti a Palermo, dove era ritornata dopo la morte del marito. Le sue capacità pittoriche le guadagnarono la stima di molti e le garantirono la commissione della decorazione ad affresco di numerose ville palermitane. Veniva apprezzato poi il suo insegnamento sia nella scuola sia al di fuori del contesto istituzionale. Meritevoli di particolare considerazione i ritratti fra cui possiamo citare quello di Nobildonna o quello del Suocero Michele Ragusa, dove un sapiente uso della luce e del colore si coniugano ad un’accurata introspezione psicologica. Otama Kyohara è stata grazie alla sua vicenda umana ed artistica espressione della vivacità e dell’apertura culturale della città palermitana sul finire dell’Ottocento.

Otama Kiyohara, Ritratto del suocero
Racconta Andrea Accardi: “Ho scoperto Otama alla Civica Galleria di Arte Moderna di Palermo, ammirando il suo busto in terracotta scolpito da Vincenzo Ragusa. La didascalia recitava: Ritratto della moglie. Chi mai poteva essere la moglie di questo scultore palermitano, dai tratti somatici e dall’inconfondibile acconciatura giapponese? Sarebbero passati molti anni prima che questa curiosità si trasformasse nell’intenzione di farne un libro, finché, a un certo punto, ho proposto a Keiko di realizzare con lei la storia di Otama. Mi sembrava il connubio perfetto: un disegnatore italiano nato a Palermo e una sceneggiatrice giapponese che vive da anni in Italia (e sposata con un italiano). Così è cominciata la nostra avventura”.
Aggiunge Keiko Ichiguchi: “Otama è ancora oggi poco conosciuta in Giappone. Esistono solo due biografie su di lei scritte in giapponese. Leggendo e rileggendo queste fonti limitate e raccogliendo frammenti delle storie dei due Paesi, Italia e Giappone, intrecciati nella sua vita, ho cercato di avvicinarmi a lei. Spero di essere riuscita a guidare i lettori verso un percorso di scoperta di questa donna straordinaria, proprio come è accaduto a noi”.
Il volume è arricchito dalla prefazione della professoressa Maria Antonietta Spadaro, autrice di preziose ricerche su Otama Kiyohara, e da una gallery di Andrea Accardi che raccoglie alcuni dei bozzetti realizzati per studiare i personaggi principali della storia, le ambientazioni e i costumi dell’epoca.
6 marzo 2025