Articolo realizzato con Ai
Xi Jinping è il leader più potente della Cina dai tempi di Deng Xiaoping (e forse persino di Mao Zedong), e ha radicalmente cambiato il volto del Partito Comunista Cinese (PCC), della Cina stessa e del rapporto del Paese con il resto del mond
Chi è Xi Jinping?
– Nato nel 1953, è figlio di un eroe della rivoluzione comunista, Xi Zhongxun. Cresce durante la Rivoluzione Culturale, periodo in cui il padre viene epurato e Xi è mandato a lavorare nei campi.
– Si iscrive al Partito Comunista negli anni ’70 e sale progressivamente attraverso posizioni locali e regionali.
– 2012: Diventa Segretario generale del Partito Comunista e, l’anno successivo, Presidente della Repubblica Popolare Cinese.
– 2022: Ottiene un terzo mandato, rompendo con la tradizione post-Mao dei due mandati, e consida un potere personalistico senza precedenti nella Cina moderna.
La Cina sotto Xi: centralismo e controllo
– Xi ha concentrato tutti i principali poteri dello Stato su di sé: è presidente, segretario del partito, capo delle forze armate e guida della nuova “comunità nazionale”.
– Ha abolito il limite dei mandati presidenziali, di fatto ponendosi come leader a vita.
– L’ONU ha pubblicato un rapporto nel 2022 che conferma gravi violazioni dei diritti umani, pur con linguaggio diplomatico.
– Xi difende la linea dura, sostenendo che si tratta di “lotta al terrorismo e all’estremismo”.
Conclusione
Xi Jinping ha portato la Cina verso un nuovo autoritarismo centralizzato, con un controllo capillare sulla società, sull’informazione e sull’identità nazionale. La vicenda dello Xinjiang è uno dei nodi più oscuri e drammatici della sua leadership, che ha però rafforzato la sua presa sul potere all’interno del Paese.
Se vuoi, posso analizzare anche Putin o tornare a confrontare questi leader tra loro in uno schema riassuntivo. Che preferisci?
– Rafforza il controllo ideologico su università, media, internet, e persino sulle imprese private come Alibaba o Tencent.
– Promuove il “Sogno cinese”: un progetto di rinascita nazionale, potenza globale e unità interna.
La questione dello Xinjiang
Lo Xinjiang è una regione autonoma nel nord-ovest della Cina, abitata da circa 12 milioni di uiguri, una popolazione turcofona e in larga parte musulmana. È uno dei più gravi casi di violazioni dei diritti umani oggi in corso.
Cosa accade nello Xinjiang?
– Dal 2014, Xi Jinping lancia una durissima campagna di “deradicalizzazione” contro il separatismo uiguro, dopo alcuni episodi di terrorismo interno.
– Secondo molteplici fonti indipendenti e rapporti dell’ONU:
– Fino a un milione di uiguri sarebbero stati internati in “campi di rieducazione”.
– Vengono documentati casi di torture, sterilizzazioni forzate, lavoro forzato, sorveglianza di massa.
– Moschee distrutte, libri religiosi vietati, bambini separati dalle famiglie.
– Interi villaggi sotto controllo tramite tecnologie avanzate (riconoscimento facciale, tracciamento digitale, etc.).
Reazioni internazionali
– Molti Paesi occidentali (USA, Canada, Regno Unito) parlano apertamente di genocidio culturale o crimini contro l’umanità.
Esiste una questione cinese? Come mai le regole in materia di economia non sono uguali per tutti gli Stati? È stato un clamoroso errore ammettere la Cina nel Wto? Come rimediare?
– Per anni la Cina ha mantenuto lo yuan artificialmente basso per favorire le esportazioni.
– In alcuni settori (acciaio, pannelli solari, batterie), pratica prezzi sotto costo grazie a sussidi pubblici, danneggiando le imprese occidentali.
L’ingresso nel WTO (2001): un errore?
Molti analisti — e anche diversi leader occidentali — oggi ritengono un errore aver ammesso la Cina nella World Trade Organization nel 2001 senza condizioni più vincolanti.
Ecco cosa si pensava:
– L’ingresso nel WTO avrebbe aperto la Cina, spingendola verso riforme di mercato e, forse, una graduale democratizzazione.
Ma cosa è successo:
– La Cina è cresciuta enormemente, diventando la seconda economia mondiale, ma non ha liberalizzato il suo sistema politico ed economico come sperato.
– Le regole del WTO non sono state sufficienti a impedire pratiche sleali.
Cosa si può fare oggi?
Riformare il WTO
– Proporre di introdurre clausole sociali, ambientali e sui sussidi.
28 aprile 2025