di Bruno Chiavazzo
Una Nazionale di inadeguati, scarsi, senza personalità, incapaci di organizzare una reazione: questa l’Italia naufragata di fronte a una Svizzera che al confronto sembrava il Brasile di Pelè. L’allenatore Spalletti che si è arrampicato sugli specchi per dare una spiegazione al fallimento che si era visto già contro l’Albania e la Croazia. Poi, al fischio d’inizio tutte le palle raccontate sui giornali si sono sgonfiate con un puff. Devo dire che da napoletano, non di fede calcistica però, avevo preso a male parole il presidente del Napoli, De Laurentiis, dopo che aveva cacciato Spalletti all’indomani dello scudetto, alla luce dei disastri visti con la nazionale, forse l’incazzoso presidente aveva visto più lungo di noi. Detto questo, il paragone con l’Italia politica è conseguenziale, il G7 nella masseria pugliese raccontato dai media pubblici e privati con la Rai in testa, sembrava incoronare la Meloni quale deus ex machina degli equilibri geopolitici mondiali, passato qualche giorno si è visto quello che era effettivamente stato: una scampagnata a base di tarallucci e vino di Bruno Vespa. Le elezioni europee decantate come un successo dalla compagine di governo, hanno visto la maggioranza degli italiani disertare le urne, ma lo story telling è stato “ ha vinto la Meloni, gli italiani vogliono lei al governo anche in Europa”. Poi è arrivata la dura verità: in Europa alla Meloni non se la sono filata di pezza, suoi 24 parlamentari eletti li può mettere nel domopack e congelarli, negli equilibri europei conteranno il resto di niente. Popolari, liberali e socialisti, seppur ammaccati, hanno già apparecchiato i futuri vertici dell’Unione. Eppure a vedere le squadre schierate in campo per gli inni nazionali saltava agli occhi gli atleti nord africani presenti nella Germania, nella Francia, nella Svizzera e, anche, nella Danimarca, segno evidente che in questi paesi il problema dell’immigrazione è stato affrontato in maniera più raziocinante che da noi che siamo andati appresso a Salvini e ai “blocchi navali” invocati dalla Premier. Da quelle parti la gestione dei flussi è stata molto più pragmatica, hanno cadenzato gli ingressi in base ai loro bisogni interni anche calcistici. Eppure abbiamo visti tutti ai recenti europei di atletica chi ha vinto le medaglie d’oro più importanti, italiani di nascita o di adozione che con sacrificio, dedizione, impegno e personalità, hanno dato le piste agli undici di Spalletti che appena usciti dagli spogliatoi hanno inforcato le cuffiette e accesi i telefonini per organizzare le prossime vacanze alle Maldive o a Formentera.
24 aprile 2025