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Editoriali

Onore a Mario Draghi

di Bruno Chiavazzo


Ho iniziato un significativo “diario” elettorale. Per meglio capire. L’ho cominciato ad Amsterdam dove mi trovavo quando è caduto il governo Draghi e ho visto dalla televisione in albergo i commenti feroci dei media internazionali, dalla CNN alla BBC, da FOX a Bloomberg, una sequela di giornalisti, commentatori, analisti, che non credevano ai loro occhi. Un personaggio di levatura internazionale che era riuscito in meno di un anno e mezzo, a riportare l’Italia tra le nazioni leader in Europa e nel mondo, fatto cadere da una “congiura” di palazzo orchestrata da Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Una scena degna del mitico Tafazzi che si martellava i cabasisi con una bottiglia di plastica. Con la sinistra inebetita e afona che assisteva alla scena senza reagire. Enrico Letta che si accingeva alle elezioni anticipate invocando gli occhi di tigre, non sapendo che, da lì a poco, sarebbe stato l’ennesimo segretario del PD defenestrato e, com’è costume tra gli ex comunisti, unico colpevole della disfatta elettorale. Salvini e Berlusconi, convinti di fare man bassa alle elezioni, sono finiti nel limbo degli “inutili” a maggior gloria di Giorgia Meloni che li ha stracciati nelle cabine elettorali. Conte che aveva dato il via alla “mattanza” è riuscito a salvare le penne, trasformandosi in un battibaleno, nel paladino dei percettori di reddito di cittadinanza e degli incassatori dei “superbonus” edilizi, moltissimi dei quali stanati dalla Guardia di Finanza come truffatori. Giorgia Meloni, senza colpo ferire, ha così giurato ieri nelle mani di Mattarella come Presidente del Consiglio, a capo di un governo di pura destra con dentro personaggi che farebbero arrossire anche i più scafati figuri della prima Repubblica. Per fortuna ci ha pensato il Parlamento europeo a riconoscere il valore di Mario Draghi, tributandogli onori che solo ai padri dell’Europa erano stati riservati. In Italia, invece, si parlava del vestito della Meloni, delle “storielle” di Berlusconi e delle capitanerie di porto che vorrebbe Salvini per speronare i barconi degli immigrati. Draghi da gran signore non ha profferito parola. E’ riuscito a far convergere i 27 paesi europei sul “price-cap” per il gas, dando un ulteriore ceffone all’amico di Berlusconi, dittatore al Cremlino. Quando si dice che la classe non è acqua. Arrivederci Mario, spero molto presto.

16 aprile 2025

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