di Marisa De Michelis e Agostino Roncallo
Mi ricordo di te, Toni Bel. Vivevi in una grande casa di pietra, solo nella via che conduce alla chiesa di Sant’Antonio là, dove la strada si fa più ripida. Passavo davanti alla tua casa per mano a mia nonna, e tu che apparivi burbero e facevi non poco timore, ti intrattenevi a parlare con lei: pioverà domani, Toni?Come vanno i raccolti del tuo orto? La tua casa, non sembrava una casa, non era accogliente, linda, curata, ma spartana, buia, spoglia. Non ricordo bene se avevi qualche animale da cortile, a farti compagnia avevi un cane certamente e poi, poi i tuoi amati cavalli. Sì, perché la tua passione erano i cavalli che lasciavi liberi di correre nei grandi prati di corso Francia, prati verdi, bellissimi, che parevano di velluto e che, ora non ci sono più. Li abbiamo cavalcati, da ragazzi, quei bellissimi animali guidati da te, che consideravamo un cow-boy. Nessuno conosceva il tuo cognome tutti ti chiamavano soltanto Toni Bel: ciao Toni!
Come va oggi, Toni! E io, mi chiedevo perché “bel”. Non lo eri per niente, bello: eri un po’ strabico, e avevi un’andatura buffa, un po’ claudicante sempre vestito in modo semplice e spesso trascurato. Eri burbero, incutevi timore ma tutti, dico tutti ti volevano bene e si fermavano volentieri a parlare con te. Le tue battute erano taglienti ma anche acute, divertenti, spiazzanti. Come quella volta che una villeggiante, vedendoti tranquillo a leggere ti fece notare come il giornale fosse girato al contrario: come fai, Toni, a leggere? Non battesti ciglio e rispondesti:signora cara, nel verso giusto sono capaci tutti a leggere! Non ricordo di aver mai visto tua madre, se non in una fotografia quella in cui lei è alla fontana ad attingere l’acqua. Ma tu dicevi di essere figlio di Sofia Loren! Ti divertivi a raccontarlo in giro per stupire per vedere le reazioni dei tuoi interlocutori, i quali si divertivano a prenderti sul serio: ehi, Toni, tanti saluti alla signora Sofia!
E poi c’era il mondo del cinema ad affascinarti, i western soprattutto, nei cui protagonisti, tu che avevi l’anima del cow-boy, ti immedesimavi. Eri un grande, Toni Bel. Ma adesso non ci sei più. Hai dovuto lasciare la tua casa, non potevi più vivere da solo per andare alla casa di riposo; lì, tutti ti volevano bene ma, non avevi più la tua libertà! Una libertà sempre desiderata, cercata, quasi urlata. Sui prati di velluto di Corso Francia, dove correvano felici i tuoi cavalli, sono state costruite case, alcune delle quali non belle a vedersi. E la tua casa! Non la riconosceresti più, anche se è sempre lì: è diventata più bella, accogliente, curata. I passanti la guardano con ammirazione e, anche se altri sono ora ad abitarla, quella casa di pietra sarà per tutti, sempre, la casa di Toni Bel.
7 aprile 2025