Articolo realizzato con Ai
La questione del sostegno statale alle imprese in Cina è centrale nel dibattito economico internazionale. La Cina, sotto la guida di Xi Jinping, ha adottato una politica economica fortemente basata sull’intervento dello Stato, sostenendo attivamente le sue imprese – sia pubbliche sia private – con sussidi, accesso facilitato al credito, agevolazioni fiscali e una politica industriale aggressiva.
Perché la Cina aiuta così tanto le sue imprese?
- Modello di economia mista: L’economia cinese non è una libera economia di mercato nel senso occidentale. È un sistema di capitalismo di Stato, in cui il governo dirige e orienta lo sviluppo economico attraverso piani quinquennali e interventi mirati.
- Obiettivi geopolitici ed economici: Il supporto alle imprese cinesi rientra nella strategia più ampia del Partito Comunista per:
- raggiungere l’autosufficienza tecnologica;
- dominare settori strategici come intelligenza artificiale, energie rinnovabili, 5G;
- ridurre la dipendenza dall’Occidente;
- espandere l’influenza cinese nei mercati globali (vedi Belt and Road Initiative).
- Protezione del mercato interno: Le imprese straniere incontrano spesso barriere all’accesso al mercato cinese, mentre le aziende cinesi sono protette e incentivate a espandersi.
Gli altri Paesi non fanno lo stesso?
In realtà, anche Stati Uniti, Unione Europea, Giappone, Corea del Sud e altri Paesi aiutano le proprie imprese, ma in modo diverso e, spesso, con vincoli più stringenti legati alle normative antitrust, aiuti di Stato e al rispetto delle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).
- Stati Uniti: con l’amministrazione Biden sono stati lanciati programmi come il CHIPS Act (per i semiconduttori) e l’Inflation Reduction Act, che offrono sussidi e incentivi alle aziende americane per rafforzare la produzione interna, specialmente in settori tecnologici e ambientali.
- Unione Europea: ha recentemente rivisto le regole sugli aiuti di Stato per poter competere con gli aiuti americani e cinesi, ma rimane più vincolata dalle normative interne e dalla necessità di coordinamento tra i 27 Paesi membri.
- Giappone e Corea del Sud: sostengono le industrie nazionali (es. elettronica, automotive), ma in genere in modo più discreto rispetto alla Cina, e con una maggiore trasparenza.
Xi è “sleale”?
Dipende dalla prospettiva:
- Dal punto di vista occidentale, molti considerano il comportamento della Cina sleale o distorsivo, perché:
- viola lo spirito del libero mercato;
- crea concorrenza sleale;
- impedisce la reciprocità commerciale (es. le imprese cinesi operano liberamente in Europa, ma non sempre il contrario è vero);
- utilizza strategie aggressive di dumping (vendita sottocosto per conquistare mercati).
- Dal punto di vista cinese, è una strategia legittima per:
- recuperare il ritardo rispetto all’Occidente;
- garantire stabilità sociale e occupazione;
- rafforzare la sovranità economica.
Conclusione
La Cina gioca una partita diversa, con regole sue. Gli altri Paesi stanno iniziando a rispondere – soprattutto USA e UE – ma con più vincoli e più lentezza. Il tema vero è se, nel lungo periodo, il mondo adotterà un nuovo equilibrio tra libero mercato e intervento statale, oppure se ci si incamminerà verso una frammentazione economica globale. La sfida tra efficienza e sovranità è appena iniziata.
14 aprile 2025