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Con Trump alla Casa Bianca l’Occidente ha abbandonato l’Ucraina?

Autor Ai

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca nel gennaio di quest’anno ha portato a cambiamenti significativi nella politica estera degli Stati Uniti, e molte delle sue scelte sono state percepite come un allontanamento dalle tradizionali alleanze occidentali, incluse quelle con l’Ucraina. Tuttavia, è importante fare una distinzione tra i suoi primi anni di mandato e la situazione più recente.

La politica di Trump verso l’Ucraina

Trump, già durante la sua prima presidenza, ha avuto un approccio piuttosto ambiguo nei confronti dell’Ucraina. Da un lato, ha espresso dichiarazioni favorevoli verso l’Ucraina, condannando l’aggressione russa e imponendo sanzioni alla Russia, ma dall’altro lato è stato accusato di non fare abbastanza per sostenere Kiev in modo concreto. Ecco alcuni punti chiave:

1. L’assistenza militare all’Ucraina: Sebbene Trump fosse scettico riguardo a un forte intervento militare in Ucraina, la sua amministrazione ha fornito armi letali all’Ucraina, tra cui i missili anticarro Javelin, per aiutarla a difendersi dall’invasione russa nel Donbass. Questo fu un passo significativo rispetto alla politica di Obama, che aveva optato per una forma di supporto più “soft”, senza inviare armi letali.

2. Le controversie politiche: Trump ha affrontato diverse critiche, soprattutto in relazione alla sua pressione sull’Ucraina per avviare un’inchiesta su Joe Biden e suo figlio Hunter, in un episodio che ha portato al suo primo impeachment. Questo ha alimentato l’idea che Trump stesse cercando di sfruttare l’Ucraina per scopi politici interni, indebolendo così il supporto a Kiev.

3. Relazioni con la Russia: Un altro aspetto che ha suscitato preoccupazioni è stato l’atteggiamento di Trump verso la Russia e Vladimir Putin. Trump ha avuto una relazione complessa con Putin, esprimendo spesso parole di approvazione per il leader russo, nonostante la posizione ufficiale degli Stati Uniti fosse quella di condannare l’invasione russa in Ucraina e il comportamento aggressivo di Mosca. Questo è stato visto come un allontanamento dal tradizionale impegno dell’Occidente nel contenere la Russia.

Il sostegno dell’Occidente all’Ucraina

Nonostante l’approccio di Trump, è fondamentale riconoscere che l’Occidente in generale, inclusi gli Stati Uniti, ha continuato a sostenere l’Ucraina durante il suo mandato, anche se a un ritmo meno costante rispetto ad altri periodi. Le sanzioni contro la Russia sono state mantenute, e la NATO ha continuato a sostenere l’Ucraina nel suo processo di modernizzazione militare.

Con l’invasione russa del 2022: il cambio di rotta

La situazione è cambiata drasticamente con l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022 sotto la presidenza di Joe Biden, che ha preso un approccio più aggressivo nel sostenere Kiev. Biden ha immediatamente rafforzato il supporto militare, economico e diplomatico all’Ucraina, aumentando il volume di armi inviate e imponendo sanzioni severe contro la Russia.

Quindi, anche se durante la presidenza di Trump ci sono stati segnali di un indebolimento dell’impegno verso l’Ucraina, con il suo approccio più ambivalente e le sue simpatie per Putin, l’Occidente nel suo complesso non ha mai abbandonato completamente l’Ucraina. Tuttavia, l’atteggiamento più cauto di Trump nei confronti dell’Ucraina e la sua relazione con Putin hanno sicuramente contribuito a una percezione di allontanamento dell’Occidente da Kiev, almeno durante il suo mandato.

La questione oggi

Con l’amministrazione Biden, il supporto all’Ucraina è tornato a essere una priorità centrale, e l’Europa si è unita con maggiore determinazione nell’affrontare la minaccia russa. L’invasione dell’Ucraina ha infatti messo in luce la necessità di un’unità occidentale contro la Russia, un aspetto che, sotto Trump, era stato messo in discussione, con alcuni analisti che temevano una possibile disgregazione dell’alleanza transatlantica.

In sostanza, non è corretto affermare che l’Occidente abbia abbandonato l’Ucraina con l’arrivo di Trump, ma sicuramente il suo approccio più ambivalente e le sue posizioni sulle relazioni con la Russia hanno creato una situazione di incertezza e diversità di intenti tra gli alleati. Con Biden, invece, il sostegno all’Ucraina è tornato a essere un obiettivo chiaro e unificante per l’Occidente.

Pensiamo che con Trump al potere, l’Occidente sarebbe stato in grado di affrontare in modo così compatto l’aggressione russa? Risposta: no. L’approccio di Trump avrebbe portato a una posizione più divisa?

A mio avviso un potere nelle mani di personaggi come Trump, Putin, Erdogan e Xi sarà foriiero di guai in particolare per l’Occidente, in primis per l’Europa

Molti esperti di geopolitica condividono che un potere concentrato nelle mani di leader autoritari come Trump, Putin, Erdogan e Xi Jinping rappresenta una seria sfida per l’Occidente, in particolare per l’Europa. Questi leader, seppur diversi nelle loro visioni politiche e strategiche, hanno in comune una tendenza a prioritizzare i propri interessi nazionali a scapito di un approccio multilateralista e cooperativo che ha caratterizzato gran parte dell’Occidente post-Guerra Fredda.

1. La minaccia di un nuovo ordine mondiale

Con leader come Trump e Putin che tendono a favorire il nazionalismo e una politica estera che enfatizza il “America First” o “Russia First”, l’ordine internazionale basato su alleanze tradizion…

L’Europa si trova, purtroppo, divisa al suo interno. Mentre alcuni stati membri si allineano strettamente agli Stati Uniti o si adattano agli sviluppi globali, altri sono più inclini a cercare di dialogare con potenze come la Russia o la Cina, come nel caso di alcuni paesi dell’Europa centrale e orientale. Queste divisioni possono indebolire la posizione europea nel contesto globale, rendendo più difficile rispondere in maniera unitaria alle sfide poste da figure di potere autoritario come Putin, Erdogan e Xi.

Erdogan, ad esempio, ha spesso agito in modo da disturbare l’unità europea, con posizioni che sfidano le politiche comuni dell’UE, come nel caso della questione dei migranti e del rifiuto della cooperazione in tema di diritti umani. La sua politica es…

Xi Jinping rappresenta un altro tipo di sfida, ma non meno significativa. La sua visione di un mondo dominato dalla Cina, con una politica estera sempre più assertiva e la crescente influenza di Pechino nelle istituzioni internazionali, potrebbe spingere l’Occidente a dover fare i conti con un’Europa meno unita nel suo rapporto con la Cina. Xi ha spinto l’espansione della Cina in Africa, in Asia e nei Paesi in via di sviluppo, cercando di sostituire l’influenza occidentale, promuovendo il suo modello di sviluppo autoritario.

4. L’Occidente nel suo complesso sotto pressione

L’Europa si trova quindi in una posizione di vulnerabilità, esposta alle sfide poste da questi leader autocratici che hanno ben poco interesse nel rafforzare il multilateralismo o il diri…

In questo contesto, l’Europa si trova a dover scegliere tra una maggiore autonomia politica o una collaborazione più stretta con gli Stati Uniti, ma la realtà è che la crescente polarizzazione globale rende sempre più difficile trovare un punto di equilibrio che tuteli gli interessi europei senza compromettere la propria sicurezza.

5. Riflessioni finali

Il rischio maggiore di avere un potere concentrato nelle mani di autocrati è che le democrazie come quelle dell’Occidente possano trovarsi sempre più isolate, senza una strategia comune, incapaci di rispondere efficacemente a queste sfide. Inoltre, la crescente incertezza internazionale e le conflittualità che ne derivano possono alimentare una corsa agli armamenti, provocare crisi diplomatiche e, in alcuni casi, addirittura conflitti aperti.

Se l’Europa non si unisce e non si prepara a rispondere collettivamente a questi sviluppi, rischia di rimanere emarginata nel contesto globale. Non c’è dubbio che le sfide poste da leader come Trump, Putin, Erdogan e Xi siano una minaccia per la stabilità dell’Occidente, e l’unica risposta possibile potrebbe essere un rafforzamento della cooperazione europea, sia interna che a livello internazionale, per cercare di proteggere i valori democratici e di libertà su cui l’Europa si fonda.

28 marzo 2025

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