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L’Unione Europea e la strategia della tensione

di Antonello Catani

      A Parigi, Emmanuel Macron indice un ennesimo vertice per la sicurezza a sfondo ucraino a cui partecipano i famigerati 27 “Willing “(i “volenterosi” dI Keir Starmer) che per un’immeritata tragica fatalità reggono oggi gli scranni europei. Non poteva mancare il commediante Zelenski, per molti versi paragonabile a Rasputin, solo che quest’ultimo era più alto. In ogni caso, anche quello moderno avvelena l’ambiente, continua a seminare morti, a esigere armi e denaro e soprattutto un reale intervento armato europeo (“anche gli Europei devono morire”, afferma un emerito funzionario governativo ucraino.) Le trionfali accoglienze che il gruppo dei 27 “Volenterosi” incredibilmente riserva al suddetto individuo la dicono lunga sulla serietà e intelligenza dei partecipanti al vertice, anche se in realtà non tutti sono dei volenterosi convinti. Una buona parte dei presenti al vertice napoleonico non condivide infatti l’ossessione di Macron di inviare truppe in Ucraina. C’è da scommettere che in privato pensano che Macron è un pericoloso mitomane.

     Sempre con lo stesso sfondo,  a Varsavia Mark Rutte, Segretario Generale della NATO,  minaccia la Russia, avvertendo che un attacco alla Polonia incontrerebbe una risposta “devastante”(sic). Non si capisce da chi e come. La NATO è in via di estinzione o perlomeno il suo reale pilastro, gli Stati Uniti, mostrano segni sempre più decisi e brutali di disimpegno dall’Europa su tutti i fronti. Ultimo atto, le nuove tariffe sulle autovetture, che peraltro rischiano di essere autolesive per gli stessi Americani. Senza gli Stati Uniti, comunque, la NATO non esiste e le minacce di Marc Rutte sono ridicole e patetiche. Possibile che non si accorga di essere l’alfiere di uno scheletro nell’armadio?

     Come dire che da Parigi alla Vistola aleggia un coro sempre più bellicoso, sostanzialmente velleitario. Ironicamente, un alto esponente delle forze armate polacche ha infatti affermato che in caso di attacco la Polonia potrebbe resistere al massimo due settimane, cosa che mette in dubbio le devastanti promesse di Marc Rutte. Quasi inutile osservare che in realtà non esiste la minima prova che la Russia intenda attaccare la Polonia o una qualsiasi altra nazione europea, salvo ovviamente che qualcuno non la attacchi. Nonostante ciò, non meglio identificate fonti dei Servizi Segreti Danesi e Tedeschi avvertono che entro alcuni anni la Russia aggredirà un Paese europeo.

    Insomma, sembra che l’Europa sia popolata da personaggi che “sanno”. Anziché fare le previsioni del tempo ed esercitare il terrorismo psicologico, i Servizi Segreti Danesi e Tedeschi farebbero meglio il loro mestiere rivelando gli autori del sabotaggio del Nord Stream, che essi conoscono ma hanno il pudore di tacere.

     Se le scene di Parigi e di Varsavia sono a mezza strada fra il comico e il surreale, un’inattesa trovata della UE le rende quasi innocenti. Con una spudoratezza senza confronti, un comunicato della sempre più pericolosa Ursula Von Der Leyen avverte gli Europei che bisogna “prepararsi” al peggio e adottare quindi una strategia appropriata. Secondo la Vice Presidente della Commissione, Roxana Minzatu, tale strategia richiede più cooperazione fra autorità civili e militari per affrontare, oltre alle epidemie o al cambiamento climatico, ”complesse minacce come guerre ibride, attacchi cibernetici e potenziali aggressioni armate”. Epidemie e cambiamento climatico sono ovviamente un paravento scenico, mentre anche le criptiche allusioni ad anonime “aggressioni armate” sono come il segreto di Pulcinella. Tenendo conto delle suddette rivelazioni danesi e tedesche e delle pompose minacce di Rutte alla Russia, è chiaro chi sarebbe l’aggressore per le due signore.

       Il comunicato non si ferma qui e prende addirittura la forma di una raccomandazione pratica. Per fronteggiare le minacce di cui sopra, i cittadini europei sono infatti inviati a preparare “un kit di emergenza”, tale da renderli autosufficienti per 72 ore in caso di crisi o conflitto. Il contenuto del kit in questione è stato quindi descritto con ampiezza di dettagli in un apposito video da una certa Hadja Lahbib, il cui ruolo e funzioni sarebbero di “Commissaria per l’uguaglianza e la preparazione della gestione della crisi in Ucraina.” Cosa costei faccia normalmente e come si guadagni il suo lauto stipendio non è dato di sapere.

       Da notare che anche Il Ministero francese della difesa invierà un manuale intitolato “istruzioni di sopravvivenza” in caso di guerra sul territorio francese. Con Macron alla Presidenza, non c’è da stupirsi.

      Lasciamo pure da parte i manuali francesi e soffermiamoci sul kit della UE. Già solo dal mero punto di vista temporale esso è ridicolo. Da quando in qua le epidemie o le aggressioni durano 3 giorni? La guerra in Ucraina dura da tre anni. Le epidemie durano anch’esse mesi o anni. Se poi si tratta di terremoti, l’unica cosa che i si fa in tali casi, è quella di abbandonare gli edifici senza perdere neanche un secondo. Insomma, lo scenario temporale dei 3 giorni è una scempiaggine.

     Ben più importante e grave è in ogni caso la stessa idea del kit, l’invito plateale a prepararsi ad aggressioni armate. Qui sta la natura furfantesca e criminale della trovata della Commissione europea, colta ad istillare, surretiziamente, timore e panico generalizzati. Fra i tanti colpi di mano della UE, quest’ultimo è uno dei più malefici e spudorati. La Signora Von Der Leyen continua insomma a seminare disastri, allo stesso modo del suo protetto, il millantatore ucraino, sul cui regime terroristico nessuno fiata. Solo alcuni disgraziati prigionieri ucraini e alcuni commentatori americani hanno l’onestà di menzionare la brutalità con cui avvengono le leve forzate, come chi cerchi di fuggire al fronte venga ammazzato senza tante cerimonie e in generale l’esistenza di un regime poliziesco e oppressivo.

     Allo stesso modo, nessuno fiata pubblicamente sulla sempre più disastrosa gestione della Presidente della Commissione. Ammirevole e valorosa eccezione, quella della parlamentare polacca, Ewa Zajączkowska-Hernik, che nel luglio del 2024, in una sessione plenaria del Parlamento Europeo, dichiarò che Ursula Von Der Leyen doveva essere spedita in galera per la distruzione dell’economia europea e per il disastro migratorio. Ciò sfortunatamente non avvenne e il fatto che costei sia riuscita a carpire un secondo mandato la dice lunga sulla qualità dei suoi sostenitori. 

      Mentre la suddetta trovata è sostanzialmente criminale, essa ha tuttavia una sua coerenza e la stessa strategia della tensione che essa promuove sono strumentali agli obbiettivi sia dei deliranti progetti di riarmo in corso che degli stessi Mandarini che siedono a Bruxelles.

      Dei cittadini intimoriti e persuasi che stanno per essere aggrediti accetteranno infatti più docilmente un aumento delle spese militarie le conseguentistrette della cinghia assieme alla riduzione di benefici sociali.  

    In quanto ai Mandarini, nessuno dovrebbe dimenticare che la UE è un organismo che nel corso dei decenni ha abilmente e indefessamente ampliato sempre più le sue funzioni, depredando le autonomie nazionali, e facendo quindi della sua crescita ed espansione un’auto-difesa di privilegi e poteri acquisiti. La presunta difesa dell’Ucraina è in realtà un modo per rafforzare la legittimità di un organismo altrimenti strutturalmente sgangherato, economicamente dannoso e politicamente impreparato al compito.

    Si tratta ora di capire se e fino a che punto i cittadini europei prenderanno sul serio le subdole raccomandazioni di Bruxelles e della banda di rimestatori di torbidi.

27 marzo 2025

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