di Bruno Chiavazzo
Questo il titolo della copertina dell’Economist che riproduco. Ieri Putin aveva appena riattaccato, dopo la telefonata con Trump in cui secondo quest’ultimo avrebbero concordato un cessate il fuoco sulle centrali energetiche ucraine che sono partiti razzi russi su Kharkiv, Sumy e Zaporizhzhia. Il timore, secondo me la certezza, che Putin e Trump continuano a trattare, alle spalle dell’Ucraina, una pace che avrebbe solo il profumo, anzi la puzza, di una vittoria totale della Russia. Trump pensa solo al suo elettorato yankee, tutto il resto è pleonastico. Per tutti e due è fondamentale chiudere in qualche modo la questione, soprattutto per Putin che si sta giocando la partita della vita: deve vincere per dimostrare ai suoi generali e ai giovani soldati che muoiono nelle trincee e ai loro familiari che solo lui può riportare la Russia ai fasti dell’Unione Sovietica e garantirsi così ancora un futuro politico e di vita. C’è un vecchio detto che gira per le Cancellerie e gli ambienti della diplomazia internazionale: “SE NON SEI AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE, SEI NEL MENÙ”. L’Ucraina è ora nel menù.
19 marzo 2025