di Agostino Roncallo
Vorrei che le mie parole fossero attorno ai tuoi occhi
in modo che tu, voltando lo sguardo
altro non potresti fare che incontrarmi
riconoscermi in una consonante e scoprire che noi siamo
nel volteggio armonico del nostro discorso
consonanti.
Vorrei anche che le mie parole fossero sulle tue labbra
affinché non possano mancare di incontrare le tue.
Le une e le altre stringeranno legami, uniranno le sillabe
diverranno, sai, una rima baciata
una rima che avverto con forza
all’incontro dei nostri pensieri.
Da parte mia, respiro le tue parole
ne avverto l’essenza
il profumo che sprigiona quell’albero dalle grandi radici.
Se potessi, vorrei che nessuna svanisse nella nebbia
e rimanesse, protetta dalla forbice del tempo
sempre viva in me.
Desidero inoltre, che un filo unisca i nostri orecchi
e che lungo quel filo, come quello di un vecchio telefono a manovella
io possa sentire il battito delle tue parole provenire dal cuore.
Sì perché, il nostro linguaggio ha segni che nessuno conosce e suoni
che risalgono da profondità
che abbiamo imparato a percorrere.
Desidero, infine, toccare le tue parole
perché so che in ognuna di esse
c’è una dolcezza che risale
e accarezza con stupore il mio cuore.
18 marzo 2025