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Editoriali

Un mondo che cambia e che non piace più

Il panorama geopolitico odierno è caratterizzato da una crescente influenza di leader autocratici che sfidano le strutture democratiche tradizionali e le istituzioni internazionali come l’ONU, mentre le democrazie occidentali si trovano a dover rispondere a sfide senza precedenti. L’ascesa di figure come Xi Jinping, Vladimir Putin, Recep Tayyip Erdoğan e, in un certo senso, l’influenza di un possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, sta trasformando profondamente le dinamiche globali. Le loro azioni mettono sotto pressione l’ordine internazionale basato su regole e il rispetto dei diritti umani.

Xi Jinping: Il gigante asiatico e la sfida all’ordine globale

Xi Jinping sta plasmando una Cina sempre più assertiva, sia in campo economico che geopolitico. La sua leadership si sta caratterizzando per un accresciuto controllo autoritario all’interno del paese e una politica estera più aggressiva, come si vede nelle ambizioni territoriali nel Mar Cinese Meridionale e nel sostegno a regimi autoritari, inclusa la Russia di Putin. La Cina sta anche promuovendo un’alternativa alle istituzioni occidentali, con iniziative come la Belt and Road Initiative (BRI), che mira a rafforzare l’influenza della Cina in molte parti del mondo, soprattutto in Asia, Africa e Europa.

Xi sta mettendo in discussione l’ordine internazionale, cercando di modellarlo secondo i propri interessi, con una visione del mondo che privilegia la sovranità statale e l’autocrazia come forme di governance. Le sue azioni, come la repressione in Hong Kong, il trattamento delle minoranze uigure nello Xinjiang e l’assertività nei confronti di Taiwan, stanno spingendo l’Occidente a rivedere la sua politica verso la Cina. Ma con una Cina che cresce come potenza economica e militare, la sfida per l’Occidente diventa sempre più difficile.

Vladimir Putin: L’autocrate della Russia e il ritorno alla Guerra Fredda

La figura di Vladimir Putin rappresenta un altro esempio di autocrate che sfida l’ordine internazionale. Con l’invasione dell’Ucraina, la Russia ha di fatto messo in discussione l’integrità territoriale dell’Europa, portando a un conflitto che ha spinto l’Unione Europea e gli Stati Uniti ad adottare una linea di dure sanzioni economiche contro la Russia. Il comportamento di Putin non è solo una sfida all’Occidente, ma anche alla democrazia e al diritto internazionale.

Putin sta cercando di ricostruire un “imperialismo” russo in Europa orientale, un ritorno a un mondo multipolare dove le grandi potenze come la Russia possano esercitare influenza su stati più piccoli. L’uso della forza militare in Ucraina e la manipolazione di informazioni e politiche interne…

Recep Tayyip Erdoğan, presidente della Turchia, è un altro leader che ha consolidato un potere autoritario, pur cercando di mantenere un ruolo centrale sullo scacchiere internazionale. Da una parte, è un membro della NATO, ma dall’altra, sta perseguendo una politica sempre più nazionalista e autoritario in patria, con la repressione dei dissidenti e la limitazione delle libertà civili. La sua politica estera è altrettanto ambigua: mentre l’Europa e gli Stati Uniti cercano di mantenere una relazione strategica con la Turchia, Erdoğan si è avvicinato a Putin, spesso in contrasto con gli interessi occidentali.

Erdoğan ha anche sfidato le politiche europee sul migranti e si è fatto forte delle sue carte geopolitiche per negoziare vantaggi economici e politici, come nel caso della crisi siriana e delle sue azioni nel Mediterraneo orientale. In molti casi, la sua leadership ha dimostrato quanto possa essere difficile mantenere relazioni di cooperazione con un paese che gioca su più tavoli, cercando di estendere la sua influenza sia a livello regionale che internazionale.

Donald Trump: L’autocrate “dalla porta accanto”

La possibilità che Donald Trump possa tornare alla Casa Bianca rappresenterebbe un’ulteriore complicazione per l’ordine mondiale. Trump ha già mostrato una visione isolazionista, caratterizzata dall’America First, che ha portato a un allontanamento dalle alleanze tradizionali come la NATO e ad un atteggiamento critico verso l’Unione Europea. Durante il suo mandato, ha anche cercato di minare le istituzioni democratiche, mettendo in discussione i principi fondamentali che reggono il sistema politico e sociale degli Stati Uniti, come la separazione dei poteri, la libertà di stampa e l’indipendenza della giustizia.

Se Trump dovesse tornare al potere, si potrebbe assistere a un ulteriore allentamento delle relazioni transatlantiche e a una maggiore vicinanza con regimi autoritari come quello di Putin, visto il suo atteggiamento più morbido nei confronti della Russia. La minaccia di un presidente statunitense che appoggia o tollera regimi autocratici potrebbe indebolire ulteriormente la posizione degli Stati Uniti come promotore dei diritti umani e della democrazia nel mondo.

L’ONU: Inerte di fronte a queste sfide

In tutto questo, l’ONU sembra essere sempre più impotente. La struttura del Consiglio di Sicurezza, con il diritto di veto dei cinque membri permanenti (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito), ha reso impossibile prendere azioni decisive su conflitti come quello in Siria, Libia, e, più recentemente, l’Ucraina. Il fallimento dell’ONU nell’affrontare efficacemente molte delle crisi più gravi del nostro tempo ha messo in discussione la sua legittimità come garante della pace mondiale.

L’ONU, infatti, si trova bloccata da interessi nazionali e dal veto di potenze globali che agiscono come autocrati, difendendo i propri interessi a scapito della cooperazione internazionale. La guerra in Ucraina è solo l’ultimo esempio di come l’ONU non sia riuscita a fermare un conflitto di questa portata, nonostante le numerose risoluzioni e appelli alla pace.

Conclusioni: Un mondo che cambia

L’ascesa degli autocrati, da Xi a Putin, passando per Erdoğan e Trump, segna una direzione preoccupante per il futuro della politica globale. Le democrazie liberali stanno affrontando una sfida senza precedenti, poiché queste figure politiche stanno mettendo in discussione i principi che hanno sostenuto l’ordine mondiale dopo la Seconda Guerra Mondiale. L’UE e gli Stati Uniti, da un lato, si trovano a dover rispondere a questa minaccia crescente, ma dall’altro lato, devono affrontare una sfida interna alle proprie istituzioni democratiche e politiche.

12 marzo 2025

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